L'arte di essere fragili
…ovvero come essere felici e trovare la felicità stessa, nel quotidiano, grazie anche ad un autore che per molto tempo è stato giudicato erroneamente come lo “sfigato”; Giacomo Leopardi.
“Arte è ciò che chi ha talento per la vita (tutti) può imparare e migliorare giorno per giorno, perché ogni tappa sia illuminata, guidata e riscaldata da un fuoco che non si spegne, quello della passione felice di essere al mondo come poeti del quotidiano e non stremati superstiti o pallide comparse. Non esclamiamoforse, di un momento di gioia: “È pura poesia”
Alessandro attraverso la poesia leopardiana risponde alle tante domande che gli studenti gli pongono, adolescenti che gli scrivono assaliti da dubbi e problemi, che cercano una risposta in chi con i ragazzi ci lavora, ma più che lavoro io direi una vera e propria vocazione nell'insegnamento.
Oggi sappiamo che Leopardi attraverso la sua magnifica poesia, è riuscito a trovare la sua voglia di andare avanti, ha trovato l'amore per le cose che ci sono attorno, cibandosi delle meraviglie che la natura ci regala ogni giorno.
“In quel momento sentiamo di meritare la bellezza, proprio per la sua gratuità, e si fa strada in noi la fiducia che la vita quotidiana possa diventare il terreno fertile per coltivare i nostri desideri, perché fioriscano. Sono attimi che mi piace definire di “rapimento”
E ognuno di noi deve avere il suo Rapimento… dobbiamo catalizzare le nostre passioni, l'amore e i desideri per far si che il nostro destino sia migliore.
Alessandro si rivolge a Giacomo in forma epistolare, esortando talvolta il poeta:
“Raccontaci come si lotta per essere felici”…
o anche…
“Se un seme non “spera” nella luce non mette radici, ma sperare è difficile, perché richiede consapevolezza di sé, apertura e tanti fallimenti. Sperare non è il vizio dell’ottimista, ma il vigoroso realismo del fragile seme che accetta il buio del sottosuolo per farsi bosco. Insegnaci, Giacomo, quest’arte di sperare.”
Un libro meraviglioso come un cielo stellato, un inno alla vita;
La prima cosa che fai dopo averlo letto corri a rileggere le poesie di Leopardi e le vedi sotto un'altra luce e le senti con un'energia illuminante, un ardore autentico, senti il Rapimento di Giacomo!
E' sempre difficile recensire libri che ti lasciano senza parole, e certo questa non può essere una recensione all'altezza di un capolavoro come questo, sono perlopiù le mie sensazioni di lettrice appassionata, che trovandosi davanti a tale bellezza ne resta folgorata.
E poi l'inquietudine del cuore che batte incessantemente per poter uscire e spesso la chiudiamo, per non farla esplodere per paura, per la paura di vivere
“Meglio un quieto sopravvivere o un inquieto vivere? Meglio morire per vivere o vivere per morire?”
Un'analisi attenta e amorevole delle opere leopardiane, un tributo alla poesia che …
“vince il nulla, la poesia vince la morte, perché trasforma persino la morte, massimo limite, in arte di morire.”
Il libro è diviso in fasi come viene divisa la vita di Leopardi in molti testi letterari;
adolescenza, maturità, riparazione, morire.
Da qui l'analisi dei suoi testi rapportati alla sua vita, la sua fragilità che diviene un punto di forza, un motivo per andare avanti, Leopardi viene spogliato se così possiamo dire, dagli stereotipi che hanno accompagnato la sua esistenza come uomo e come poeta, non è “lo sfigato” il “ pessimista”, egli dà vita alla speranza, e attraverso la sua poesia riesce a convivere con le sue debolezze e le sue fragilità.
Ricco di riflessioni sulla vita ci insegna ad amare le cose fragili, come un fiore ad esempio, ma soprattutto proteggere la bellezza delle cose fragili, come l'amicizia perchè senza amici “l'arte della fragilità è impossibile” :
“Il tuo cuore esiliato dall’amore aveva trovato alloggio in quello dell’amico, tanto che ti riferivi ad Antonio ( Antonio Ranieri) come “cuore mio, anima mia”.
e non ci resta che…
“naufragar m'è dolce in questo mar”.
“Alessandro D’Avenia, trentanove anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d’esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010), è stato tratto nel 2013 l’omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa (2011). Con Ciò che inferno non è (2014) ha vinto il premio speciale del presidente al premio Mondello 2015.
Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.
Da questo libro l’autore ha tratto un racconto teatrale che porterà in giro per l’Italia.”
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