Titolo: Italian Social Victim
Autore: Simone Fiorito
Edizione: Self-Publishing
Pagg.:277
Pubblicazione: 2017
Ho capito subito che la nostra battaglia era una cosa solitaria, Don Chisciotte e Sancho Panza contro gli Iphone a vento; ma è nell’inutilità della nostra guerra che io e Vins vediamo la vera ragione d’essere. D’altronde siamo due ragazzi particolari.
Questa è la storia di due giovani, due giovani come tutti gli altri, o quasi; ancora non si conoscono, conducono vite diverse, ma che loro malgrado si troveranno a condividere qualcosa di sconvolgente e inquietante.
I due protagonisti creati dalla penna dell’esordiente Simone Fiorito, sono Ale e Vins, vivono a Bologna; il primo dopo una laurea triennale cerca di sbarcare il lunario; il secondo è figlio di una famiglia benestante, vestiti firmati, frequenta bei locali, soldi a disposizione, ma dietro questa figura apparentemente perbene si nasconde Mr Hyde 2.0. Vins di notte organizza spedizioni punitive, le sue vittime sono perlopiù i cosiddetti “pankabbestia” che bivaccano sotto i portici di piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria, ma non solo.
Vins ha un vero e proprio odio nei confronti degli studenti che sera dopo sera si danno ai bagordi:
La mandria di frocetti e puttanelle che vengono nella mia città con PostePay caricata dai genitori, la cameretta pagata sempre da loro; e sti bambocci invece di distinguersi per lo studio … fanno gli aperitivi, le feste…
Vins con la sua tracotanza ama farsi riprendere durante il pestaggio, lui si gonfia di onnipotenza, si erge a giustiziere, ma come dicevo, dopo l’ultimo pestaggio la telecamera viene smarrita da uno dei suoi adepti, e indovinate chi troverà la camera? Si, proprio Ale.
I due sono destinati a incontrarsi per un caso fortuito e la vicenda prenderà una piega inaspettata.
Ale è un ragazzo d’oggi che lavora presso una comunità solo per mantenersi e la sera serve in un locale di Bologna, Ale però aspira a diventare uno scrittore, e chissà che un giorno il suo sogno volente o nolente si avveri.
Tutto l’impianto narrativo è stato costruito su uno dei tanti temi che scaldano i nostri tempi: i social, o meglio le vittime dei social. Una vera e propria denuncia sull’essere o sull’apparire sugli schermi smart, ma soprattutto quanto siamo smart.
Tutta la vita è ripresa in pochi pollici, misurata in pixel, filtrata e poi condivisa, ma non solo scattarsi il semplice selfie, che parliamoci chiaro un selfie non è il male, tutto viene trasformato, enfatizzato, sviscerato su un social e diventiamo vittime della social society.
Uno di questi casi è quando si va al cinema al teatro a una mostra si tirano fuori gli smartphone e tutti sono pronti a filmare…
Cazzo ma perché la gente non sa registrare le emozioni con il proprio cervello…
Forse è vero ormai nulla ha più senso se non la filmi
Io credo che, sicuramente nelle condivisioni o nell’utilizzo dei social ci dovrebbe essere un autolimite, una spia che ci avverte quando è ora di spegnere, ma è difficile lo so, come ipnotizzati da un incantesimo varchiamo il limite e ci trasformiamo, un po’ come Vins che non ha saputo fermarsi nella sua lotta contro gli Iphone a vento.
Italian Social Victim è un libro forte, crudo che non si risparmia; i due ragazzi protagonisti annebbiati dai fumi della droga e dall’alcol non riescono più a fermare la loro voglia di “giustizia”.
Ale rispecchia sicuramente la parte meno malata, ma anche la più debole, la parte che vorrebbe emergere in un contesto socio culturale diverso dal suo, si comprende quando è affascinato dai modi sicuri e dall’aspetto curato di Vins, d’altro canto Vins ha capito che Ale è facilmente influenzabile e ne approfitta.
Il linguaggio ben si adatta al tipo di ambiente che viene descritto, il gergo colorito, i modi di dire tutto rispecchia un mondo fatuo e senz’anima. Forse troppo considerando il bagaglio culturale dei due.
L’ambientazione è curata, immaginiamo una Bologna vestita di cultura che viene, per così dire, violentata dall’inciviltà notturna, dai festini assordanti a base di alcol e droga. Una Bologna tinta di noir.
Ho trovato delle piccoli imprecisioni, di linguaggio da rivalutare, ma credo che nel complesso sia un buon esordio per il giovane Simone Fiorito.
Ho apprezzato il lavoro di Simone, il suo impegno nel denunciare le brutte abitudini nel mondo d’oggi, ma soprattutto ho apprezzato la volontà di fare tutto da solo, compreso la stampa del libro, manca solo l’editore, ma sono certa che un giorno ci sarà anche quello.
Grazie a Simone per questa interessante lettura.