Intervista horror con Paolo Cabutto e i suoi Abissi- Tra incubi e realtà

Oggi sono in compagnia dello scrittore Paolo Cabutto che ci parlerà del suo esordio con la raccolta thriller/horror, Abissi pubblicato da Talos Edizioni, ma non solo…

Ma chi è Paolo Cabutto?

Paolo è nato a Bra nella provincia di Cuneo.
Lettore appassionato sin dalla più tenera età, è perdutamente innamorato di tutto ciò che è arte. Ha l’Inghilterra nel cuore e trascorrerebbe la vita viaggiando. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati in antologie, siti e riviste letterarie. Scrive di libri sul blog culturale “Blog con vista”, che vi consiglio di visitare!

Grazie mille Paolo per aver accettato il mio invito.

P: Grazie a te! È davvero un piacere essere ospite sul tuo blog.

“Perdutamente innamorato di tutto ciò che è arte”, quando ho letto che sei amante dell’arte mi sono detta “ wow”, parliamo un po’ di questo.

P: L’arte, in generale, ha sempre fatto parte della mia vita. Il primo amore è stato senza ombra di dubbio la lettura, che mi ha folgorato fin da piccolino, quando mi facevo leggere le fiabe dai miei nonni. Poi alla lettura si è affiancato un amore viscerale per la musica, di cui non posso proprio fare a meno, a cui si sono aggiunti il cinema, le mostre d’arte e i viaggi alla scoperte delle bellezze artistiche del mondo. Insomma, non potrei proprio vivere senza leggere un libro, ascoltare un disco o guardare un film!

Abissi, rappresenta la tua prima raccolta Thriller/Horror, com’è nata?

P: A dirti la verità è nata quasi per gioco. Avevo iniziato a scrivere alcuni racconti con un’attitudine horror, ispirato da un ritorno della letteratura di genere all’interno delle mie letture. L’idea iniziale non era quella di raggrupparli in un unico volume, ma di mettere semplicemente nero su bianco le idee che mi ronzavano in testa. Il pensiero di scrivere un’intera raccolta si è affacciato dopo aver terminato “La cena”, una storia scaturita a seguito di una scommessa con la mia ragazza. A quel punto avevo in mano una manciata di racconti e raccoglierli in volume mi è parso naturale.

Gli incubi sono molto presenti, spesso diventano realtà, è un po’ la paura dell’essere umano?

P: Direi di sì. Quello che vorrei analizzare nella mie storie sono proprio gli incubi che si annidano nei recessi della psiche umana. Il lato psicologico è molto presente nei miei racconti ed è l’aspetto che mi interessa maggiormente. Non disprezzo le narrazioni incentrate su spettri e creature mostruose, anzi, ma l’orrore a cui mi sento più legato è quello che scaturisce dalla nostra mente ed è ciò che ho voluto riprodurre in “Abissi”.

Un viaggio attraverso le stanze dell’anima, ad esempio: Pennellate d’inquietudine – la storia di una grande passione che diventa una prigione…o anche Il quinto piano, parlaci dei mostri che si nascondo dietro questi due racconti, ma soprattutto i mostri dentro di noi:

“In me sono riuniti tutti i sentimenti negativi che hai coltivato per mesi e che hai nutrito con la rabbia e l’invidia… Io sono la tua parte oscura”

P: “Pennellate d’inquietudine” e “Il quinto piano” sono due esempi perfetti dell’aspetto psicologico di cui ti parlavo prima. In entrambi i racconti i veri mostri sono i protagonisti, accecati dalla smania di successo o da un destino a cui non possono sottrarsi. Realtà e finzione si confondono, disorientando e lasciando un profondo senso di spaesamento. La rabbia, la vendetta, la crudeltà: questi sono i sentimenti in grado di generare autentici mostri, molto più spaventosi di fantasmi o vampiri.

Perché hai deciso di utilizzare la tecnica del racconto, che tra l’altro devi sapere che io adoro, come adoro gli scrittori come Poe, Buzzati, Saunders (più recentemente), e tanti altri…

P: Hai appena citato due degli autori che mi hanno influenzato di più e che amo alla follia: Poe e Buzzati. Saunders invece ho in programma di iniziare a scoprirlo quest’anno.
Tornando alla tua domanda, ho scelto la forma breve perché amo da sempre le raccolte di racconti, un tipo di narrazione difficilissima da gestire ma in grado di donare enormi soddisfazioni. Leggo caterve di racconti e quando ho iniziato a scrivere mi è subito sembrata la forma a me più congegnale e adatta a ciò che avevo da dire. Purtroppo in Italia i racconti sono ancora bistrattati ma fortunatamente negli ultimi anni il vento sta cambiando, grazie al lavoro di alcuni editori particolarmente lungimiranti e alla diffusione delle riviste letterarie online.

Il genere thriller attualmente sta vivendo un periodo fortunato con l’esordio di molti autori, stili diversi e legati dalla stessa passione: secondo te perché il fascino del crimine riscuote così tanti consensi?

P: La paura è da sempre un sentimento che ammalia l’uomo, pur essendo un qualcosa di negativo e pericoloso. Quindi provare paura comodamente seduti in poltrona, senza il minimo rischio, è il compromesso perfetto. L’essere umano non cesserà mai di essere attratto dal terrore, forse perché rappresenta un’evasione necessaria dalla realtà.

Qual è il racconto di Abissi che più senti particolare, ovvero quello che più ti ha coinvolto, se così possiamo dire?

P: Direi “L’occhio di vetro”, nato in seguito a un sogno, che mi ha fatto comprendere la direzione che avrei intrapreso per questa raccolta. Una storia di cui sono particolarmente soddisfatto.

Per stuzzicarti un po’…

Qual è il libro che non avresti scritto assolutamente?

P: Domanda difficile. Non saprei dirti un titolo specifico ma senza dubbio non scriverei mai quei romanzi appartenenti al filone pseudo erotico che tanto hanno spopolato negli ultimi anni.

… e quello che avresti voluto scrivere, a costo di vendere un rene?

P: Un’infinità. Scegliendone uno solo forse direi “La boutique del mistero” di Dino Buzzati: una della raccolte più belle che abbia mai letto, storie che vanno al di là dei generi. Un capolavoro.

Invece per sorridere…

Sei a una premiazione, due titoli tra i finalisti, Abissi è uno di quelli, rullo di tamburi …The winner is …Paolo Cabutto: la tua prima reazione?(oltre a ringraziare il blog Mille Splendidi Libri e non solo :))

P: Ahahah! Incredulità totale: ecco quale sarebbe la mia prima reazione. Ogni volta che qualcosa che ho creato viene apprezzato è una sorpresa enorme.

… e invece vince l’altro: la tua reazione
P: Sicuramente rosicherei ma poi farei i complimenti al vincitore. Tutto sommato sono un tipo abbastanza sportivo!

Ritornando ai racconti, ho avuto la sensazione, piacevolissima; un ricordo di una serie tv del passato “Ai confini della realtà” , il tuo libro lo vedi così, se fosse una serial?

P: Qui mi prendi in fallo perché “Ai confini della realtà” è una gigantesca lacuna che avevo già in mente di colmare al più presto. Comunque, pur non avendola ancora vista, conosco ovviamente la serie e direi che sì, mi piacerebbe immaginarli così, i miei racconti.

Come vedi Paolo nel futuro?

P: Un lettore, questa è la mia unica certezza. Poi, ovviamente, spero anche di poter continuare la mia piccola “carriera” da scrittore.

Sei alla prese con una nuova e spaventosa storia?

P: Sì, ho da poco iniziato a lavorare alla mia seconda raccolta di racconti, con l’intenzione questa volta di avere un fil rouge che colleghi le varie storie,rappresentato dall’ambientazione.
In parallelo sto sperimentando nuove narrazioni, a volte anche distanti dalle tinte horror di “Abissi”, per approcciarmi al mondo delle riviste letterarie.

Cosa ne pensi dei social: uso o abuso?

P: I social sono un ottimo strumento per farsi conoscere e contemporaneamente approcciarsi ad artisti e persone che altrimenti non avresti mai avuto l’opportunità di incontrare. Ma bisogna fare attenzione al “tutto e subito”, perché può togliere il piacere autentico di leggere un racconto o ascoltare una canzone. In più l’abuso può farti trascorrere ore intere a scorrere la home di Facebook o Instragram, tanto che a fine giornata ci si ritrova a dire “Oggi cosa ha fatto?” Ecco perché sto cercando di disintossicarmi un po’.

Ti lascio libero e ti ringrazio per aver condiviso con me gioie e dolori delle mie domande .
Spero di leggere presto il prossimo libro…grazie mille Paolo.

P: Grazie a te!

Intervista a cura di Loredana Cilento

5 risposte a "Intervista horror con Paolo Cabutto e i suoi Abissi- Tra incubi e realtà"

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