Titolo: Domina
Autore: Claudia Giuliana
Editore: Edizioni Croce
Pubblicazione: 2018
Pagg:156
“Una cosa rimane, come una costante dritta e impervia a combattere il tempo e lo spazio, ed è la famiglia. Sia essa classica sia un po’ più moderna è questa l’unica cosa che combatte le disuguaglianze dei vari periodi storici e della politica del momento.”
La famiglia come punto fermo, il centro di riferimento fondamentale nella vita di ognuno di noi, questo è il messaggio che Claudia Giuliani sottolinea nel suo appassionato romanzo Domina, edito da Edizioni Croce.
Attraversando l’Italia dal dopoguerra a oggi, l’autrice affronta il cambiamento e la crescita economica dall’abbandono delle campagne per raggiungere le grandi città industrializzate, al raggiungimento del benessere economico.
La storia ruota attorno alla famiglia Cascelli, ai tre figli maschi che crescono lasciando dietro di sé il corso triste della guerra; Giovanni e Giorgio, gemelli, diversi nell’aspetto e nel carattere, e poi Luigi il più giovane. Crescono nella consapevolezza che la vita di campagna non può più offrire un futuro e così ha inizio il loro peregrinare lavorativo. Roscio e Nino, i loro soprannomi, hanno idee diverse, ambizioni diverse, anche nella scelta delle loro compagne di vita, Roscio s’innamora di Elena che non riceve l’affetto della suocera, l’unione di Giovanni e Lucia è ben accettata, e poi Luigi e Anna, i quali non avranno un futuro felice.
Siamo negli anni settanta, l’epoca della Beat generation, il consumismo degli anni passati lascia il posto alla rivoluzione giovanile e la seconda generazione dei Cascelli si appresta a vivere una nuova era.
Domina è un romanzo corale, intimo e potente; in un mondo che vive l’inesorabilità del tempo che passa veloce, la precarietà dei sentimenti, il perdersi nella vacuità del superfluo, e dove sempre più spesso i rapporti familiari ne subiscono le conseguenze, Domina ci apre gli occhi sull’importanza della famiglia come centro nevralgico della vita. La famiglia Cascelli rappresenta la forza, l’unione dei suoi componenti fino alla terza generazione, bisnonni, nonni, genitori che insieme hanno affrontato mille problematiche dettate dai momenti storici: il dopoguerra che aveva indebolito il popolo, l’industrializzazione, la politica e infine l’avvento della tecnologia, quest’ultima sempre più invasiva nei rapporti umani.
“E’ la casa paterna, che raduna tutta la famiglia, il fulcro dell’esistenza”
La casa paterna solida immobile che sfida il tempo e le circostanze, un messaggio importante che tutti dovremmo tener conto. La famiglia è un valore imprescindibile nella vita, la famiglia è vicina sempre anche quando non siamo vicini, quando si prendono strade diverse, quando non si rispettano le stesse convinzioni, come è accaduto alla nonna che aveva rifiutato la scelta di una donna considerata non adatta al figlio, influenzata dai pettegolezzi di paese e che nel prologo memore del suo errore, invita Francesca ad appoggiarsi alla sua famiglia di condividere i problemi per non avere rimpianti come lei.
Mi sono persa tra le pagine di questo libro pensando, riflettendo sui valori intrinsechi, sul messaggio che l’autrice, con una scrittura evocativa e poetica, ha voluto mandarci attraverso la vita di tre generazioni a confronto, un messaggio di commossa speranza.
Claudia Giuliani nata a Collazzone (Pg), un ridente e storico comune umbro, è da sempre un’appassionata lettrice. Alcuni suoi scritti hanno avuto riconoscimenti ufficiali tra cui La casa paterna (Premio Viareggio 2005, narrativa inedita), Emma (concorso letterario multiculturale Lune di primavera a Perugia) e Immaginario (Premio letterario Internazionale Mondolibro).
Articolo di Loredana Cilento
Ho letto Domina. L’ho riletto. Ho invitato mia sorella e mia madre a leggerlo. Premetto che siamo lettrici avide, esigenti ed avvezze ai “gioielli” letterari italiani e stranieri (classici e contemporanei). “Domina” (oltre ad essere inutilmente ridondande nello stile, talora periodicamente non corretto) è concettualmente la brutta copia di capolavori e la noiosa, quanto elementare, espressione di concetti triti e ritriti nella letteratura italiana (l’arte della gioia di g. Sapienza, la vendetta di Dio di l. de pascalis, giusto per citarne due) e straniera (cent’anni di solitudine, la casa degli spiriti, patria etc etc). Le vicissitudini generazionali della nostra italia (dalla povertà rurale pre/post bellica ai giorni nostri) con al centro i “vecchi” (e riscoperti) valori (la famiglia è un valore, non è una “cosa”) quali famiglia, “terra”, vincoli affettivi sono un “argomento” che non offre nulla di nuovo al lettore (per carità, ogni genitore pone i disegni del proprio figlio sul frigorifero credendolo un novello Picasso…ma altra cosa e cercare di esporlo/imporlo in una Galleria d’arte). Il concetto è: la letteratura è un’arte. Si è liberi di scrivere. Prima di “propinare” alla stampa (ed al pubblico lettore) un libro/romanzo/novella, sarebbe opportuno autoverificare se lo scritto rappresenta un barlume di arte letteraria. Se non lo è: si “risciacquano i panni in Arno”, si focalizza l’obiettivo e si raffina lo stile.
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