Prontuario per il brindisi di Capodanno Erri De Luca

“Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,

a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,

a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.”

tratto da L’ospite incallito, Einaudi 2008

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10 risposte a "Prontuario per il brindisi di Capodanno Erri De Luca"

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  1. Erri De Luca, Prontuario. Perché chiamarla poesia? Solo perché ogni tanto va a capo? Non è “poesia”, ma un bel pensiero affettuoso per chi lavora a Capodanno, ammirevole e generoso. Poteva e doveva essere definita una considerazione altruistica scritta in prosa, no? La poesia è fatta di altro, di sublimazione, di metafore, di celebrazione della “parola” che sia scavata e unica, che sia una “scultura” e non una semplice gradevole e delicata riflessione su una situazione sociale e umana. Non vi sembra?

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    1. Non mi sembra. È uno scritto meraviglioso qualsiasi sia la forma o definizione in cui lo si voglia inquadrare. Emoziona e parla alla parte più profonda e autentica che abbiamo, quella che non ascoltiamo più. Per me chiamarla poesia o prosa non cambia nulla. É stupendo, e mi sento in debito con Erri De Luca per ogni volta che mi ha dato un’ emozione con questo scritto.

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