Il ragazzo della porta accanto di Alex Dahl- Recensione

Il ragazzo della porta accanto

di Alex Dahl

Newton Compton Editore

di Federico T. De Nardi

All’inizio, questo libro non mi è piaciuto. Mi sembrava un romanzo di chick lit (Il diario di Bridget Jones tanto per capirci) senza però l’aspetto umoristico e poi, certo mancava lo sfondo di una grande città; infatti l’idilliaca piccolissima cittadina di Sandefjord,

(…Cerco di pensare a Sandefjord d’estate, quando a tarda sera c’è ancora luce ed è davvero una gioia restarsene qui alla finestra a guardare il porto interno, mite e calmo, pieno di barchette. Abbiamo più sole rispetto a qualsiasi altra parte della Norvegia, ma devo dire che gli inverni sono particolarmente umidi e scialbi…)

non è Londra, e la nostra protagonista non è una sfigata in cerca di marito, ma è una donna bellissima e dinamica, Cecilia Wilborg che vive insieme a Johan un marito affettuoso e invidiatissimo da tutte le sue amiche con due bellissime e viziatissime figlie Hermine e Nicoline, gira con una Range Rover con i passaruota personalizzati (mentre il marito guida una Tesla, insomma ecco lo sfondo economico in cui ci troviamo).

Andando avanti con la lettura, mi sono reso conto che questo romanzo c’entrava ben poco con Bridget Jones e affini, ma non era neppure un thriller puro e semplice. Ci sono volute un po’ di pagine, ma a un certo punto arriva quello che nelle scuole di scrittura chiamano il turning point, qualcosa che fa cambiare idea completamente e spinge a continuare la lettura, perché, cavolo, sta veramente succedendo qualcosa di inaspettato in questo romanzo, qualcosa che non ci aspettavamo, visto l’ambientazione da Beautiful norvegese. Ma questa prima sorpresa non è stato l’unica svolta di questo thriller narrato a più voci in prima persona, è solo l’inizio di una cavalcata emozionante tra segreti indicibili e bugie veramente azzeccate che fanno di Cecilia una femme fatale suo malgrado, in un thriller che definirei quasi un noir al rovescio, perché Cecilia, la nostra femme fatale fa tutto per proteggere la sua famiglia perfetta, non per fare del male a qualcuno, neppure quando quel qualcuno è se stessa. Ma del resto, nelle migliori storie, il cattivo è anche innocente o no?

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