Rachele e il silenzio del ragno di Vita Iaia – Recensione

Titolo: Rachele e il silenzio del ragno

Autrice: Vita Iaia

Edizione: Augh!

Pubblicazione: 2019

Pagg: 98

Recensione di Loredana Cilento

“A volte crediamo di aver chiuso il nostro passato al di là di un portone di legno tarlato. A volte crediamo che oltre una soglia marmorea possano essere confinati per sempre i legami con il nostro vissuto, protetti da una coltre massiccia di sostanze isolanti che ci convincono di non dover più ricordare alcuni passaggi della nostra vita.”Piatto_IAIA-250x393

Ambientato in un paese del Sud negli anni cinquanta, Rachele e il silenzio del ragno di Vita Iaia, Augh edizioni, è la storia di una bambina che lavora nei campi insieme alla madre Mercede con lei le due sorelle: Michela che troverà marito su una foto in bianco e in nero, dove le sfumature dei colori, dei sentimenti e delle emozioni spariscono con il bianco e il nero, l’ombra e la luce, Isabella invece affronterà il gravoso carico dell’essere genitore, sposerà Nino che ben presto lascerà il paese per andare a lavorare in Germania.

Siamo nell’epoca postbellica, gli italiani emigravano all’estero, lasciavano la durezza dei campi in cerca di lavoro, il figlio di Isabella nacque quando non c’era la televisione e i giornali non arrivavano in piccolo paese, quand’anche fosse, nessuno sapeva leggere.

Mercede è una madre orgogliosa, dura, che non lascia trasparire i sentimenti; aveva perso troppo presto il suo Giovanni, e la vita l’aveva resa ancora più ruvida, distaccata anche dall’esprimere le emozioni verso le figlie, poteva contare sull’aiuto del buon Vincenzo, barbiere e musicista che tante cose vedeva attraverso gli specchi della sua barberia.

In questo lento divenire, l’arrivo della Signora turberà gli equilibri di una famiglia silenziosa nella sua quotidianità, fatta di profumi casalinghi e terra.

“Il ragno con astuzia costruisce la sua tela. La pazienza del predatore è un equilibrio di attese, trame, incastri pericolanti. La sua trappola è una danza di ricami, disegnata grazie alla maestria dell’artista impazzito, un miraggio di seta che brilla nel buio. Fragile e tuttavia spietato il suo segreto.”

Vita Iaia ci narra una storia di silenzi, di rapporti familiari, di sentimenti inespressi, di orgogli feriti che lacerano l’anima, di momenti attesi, di profumi di pane e pomodori rubati in cui si nascondono i ricordi.

Si resta fortemente emozionati dalla storia di Rachele, le parole si trasformano in immagini, e le immagini in libro che ci riporta in un tempo lontano, dove il tempo stesso resta sospeso tra il silenzio di segreti custoditi nella crepa di un muro e la parola amore, difficile da masticare e dalla grafia sconosciuta.

Che dire? Rachele e il silenzio del ragno è un piccolo grande libro!

Vita Iaia è nata nel 1985 e vive a San Vito dei Normanni. Si è laureata in Lettere Moderne, specializzandosi in linguistica italiana, all’Università del Salento. Gestisce un blog, “Le parole d’organza”. Dal 2015 scrive per un mensile cittadino, “Il Punto”, che si occupa di cronaca, cultura e politica. Ha pubblicato il romanzo Nel profumo dei gigli (Lupo Editore, 2015).

 

2 risposte a "Rachele e il silenzio del ragno di Vita Iaia – Recensione"

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