Titolo: La vita che resta
Autrice: Marialuisa Favazzi
Editore:Koipress
Pubblicazione: Maggio 2019
Pagg: 110
Recensione di Loredana Cilento
“Il mio profumo, i miei nei, le mie vene sulle mani. Tutto appartiene da sempre a me. E ora mi sento derubata. Come se qualcuno fosse entrato per portarmi via tutto.
Come ho potuto permettere a qualcuno di rubarmi la dignità? “
La voce di Olivia, la protagonista de La vita che resta di Marialuisa Favazzi, edito da KoiPress, ce la ricorderemo per molto tempo; ricorderemo il suo rapporto burrascoso con Phil, l’eccentrico artista che possiede un filtro che lo separa dal mondo, con una visione distorta dei rapporti umani e dell’amore, deformato attraverso lo specchio del possesso e della violenza.
Ricorderemo la sua felicità nell’amare il suo Jeremy, lui che ha la capacità di vedere l’arte ovunque e profuma di musica, quel genere di musica che fa perdere la cognizione del tempo. Ricorderemo il suo dolore e la sua gioia nell’affrontare La vita che resta…
Parigi è l’ambientazione ideale per una storia d’amore, ma è anche arte, letteratura e musica; Olivia ama passeggiare con la sua bicicletta con il sole che brilla sul manubrio lasciandosi alle spalle la storica libreria Shakespeare and Company;
ama perdersi nelle immagini che i suoi libri preferiti evocano alla mente, ma non solo, ama perdersi in quel periodo folle degli anni 20 tra letteratura e l’effervescenza del jazz.
E sulle note di Miles Davis che si muove una storia che sembra finalmente riscattare la protagonista da un susseguirsi di tradimenti e delusioni, un faro sulla vie en rose che apre la speranza a due ragazzi che si stavano cercando da sempre.
Ma se vi aspettate l’happy end delle fiabe d’amore, beh, questo libro si evolve diversamente: ogni pezzo della vita di Olivia si ricompone con altri pezzi per giungere a una conclusa, l’unica che poteva e doveva essere.
La vita che resta, è un’esortazione, una luce che spinge a uscire dal baratro: Marialuisa Favazzi al suo esordio, con un libro profondo nelle tematiche, affronta il sociale: argomenti al centro delle cronache, soprattutto le paure ataviche dell’essere umano colpito dalla follia terroristica.
La protagonista si muove in una Parigi moderna ma sempre romantica, notevoli i rimandi letterari, d’arte, e soprattutto echi di una musica che riscalda il cuore e accarezza i ricordi.
Una scrittura, quella di Marialuisa, asciutta, chiara, scevra da fronzoli linguistici, che ben si adatta alla caratterizzazione dei protagonisti descrivendone le azioni e le emozioni in un libro che dà forma alla forza e alla bellezza.
“… in fondo, anche se non vogliamo ammetterlo, tutti abbiamo bisogno di essere salvati.”
Quanto mai attuale,anche per chi non aveva la capacità di sentire la verità contenuta : è l’ora delle massime riflessioni, con pensiero mondato da fasulle strutture.
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“… in fondo, anche se non vogliamo ammetterlo, tutti abbiamo bisogno di essere salvati.”
Quanta verità!
Un libro che sicuramente comprerò, vista anche la splendida recensione
Ciao
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Grazie mille 😍 credo che dalle storie semplici possano uscire grandi verità, spingerci a riflettere, c’è del potenziale in questa scrittrice e ne seguirò il percorso
Grazie ancora Sarino
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