L’urlo dell’innocente di Unity Dow, un grido che risuona dalle lontane terre del Botswana – Edizioni Le Assassine – Recensione

L’urlo dell’innocente di Unity Dow

Edizioni Le assassine, 2019

Traduzione Marina Grassini

Recensione di Loredana Cilento

Le loro teste erano piene di quello che sarebbe potuto accadere, non solo nel portare a termine il compito prefissato, che in realtà era solo un mezzo per raggiungere i loro obiettivi. Nessuno dei tre poteva sapere che di lì a cinque anni, dall’apertura di una scatola sarebbe uscito un urlo che non poteva essere ignorato: l’oscurità non sempre basta per tenere nascosto il male.

Un vero e proprio caso editoriale l’uscita del libro thriller del Ministro del Governo del Botswana, Unity Dow e grazie alla traduzione di Mariana Grassini e alla Casa Editrice Le assassine, L’urlo dell’innocente è disponibile in Italia in tutte le librerie.

Unity Dow è anche famosa per le sue battaglie che riguardano le differenze sociali tra uomo e donna, tra le tradizioni e il mondo occidentale, con L’urlo dell’innocente Unity ha portato a coscienza i crimini rituali che sono stati perpetrati a danni di giovani innocenti, fatti atroci realmente accaduti.copertina e quarta

La giovanissima Neo, appena dodici anni scompare improvvisamente in piccolo villaggio del Botswana, le ricerche non conducono che a un evento naturale, la polizia archivia il caso come un semplice attacco di leoni feroci, ma nessun brandello di abiti viene ritrovato, nessun particolare che possa giustificare la ferocia degli animali. Cinque anni dopo la giovane assistente tirocinante Amantle Bokaa, rinviene una scatola nello sgabuzzino dell’infermeria, all’interno ci sono gli abiti induriti dal tempo e dal sangue rappreso della piccola Neo.

Amantle è decisa a scoprire la verità, per dare pace finalmente a una madre distrutta dal dolore. Si scatena così una vera e propria sommossa tra gli abitanti del villaggio che pretendono si faccia luce sulla scomparsa della bambina.

“Uomini di legge, quando fate il vostro lavoro, ricordatevi che non ho perso una capra, la mia mucca non è stata investita da un camion. Mi hanno ucciso una figlia e chi l’ha fatto pensa che non verrà punito. Avete intenzione di lasciarli fare ancora come hanno sempre fatto, di lasciar correre anche questa volta?”.

Ma dietro questo mistero si cela qualcosa di più grande, di insospettabile, gli autori del delitto, perché di questo si tratta, di un omicidio rituale, sono personaggi al di là di ogni sospetto, protetti dall’omertà e dalla paura.

Il crimine spesso non paga, e se tre pilastri della società l’hanno fatta franca per cinque anni perché una giovane assistente sociale potrebbe là dove la giustizia non è riuscita?

Amantle, unica figlia ad essere andata a scuola nella sua famiglia, tutti i membri hanno collaborato perché lei fosse istruita, la più tenace, la più coraggiosa e soprattutto virtuosa della verità, non hai mai sopportato che a scuola le fosse cambiato nome, anglicizzato ed estirpato dalla sua tradizione. Un carattere dunque forte che tiene teste a tutti, soprattutto alla polizia.

“I pensieri le si affollavano nelle mente mentre cercava una spiegazione: che ci sia un mostro nascosto in tutti noi? E se siamo tutti così paralizzati dalla paura, se non osiamo affrontare questo demone, chi presterà ascolto all’urlo dell’innocente?”

La paura paralizza, paralizza chi ha visto, paralizza chi inconsapevolmente ha dato una mano, paralizza gli stessi innocenti che conoscono la verità.

L’urlo dell’innocente è stato per me una rivelazione, duro quanto amaro nel suo evolversi, una trama sviluppata sapientemente nella sua verità più dolorosa. Una penna arguta quella di Unity che ha saputo portare alla luce riflessioni d’obbligo sulla dura vita e sui soprusi celati da aiuti, sulle donne: riti evocatori, uomini senza scrupoli che abusano vestendo i panni dei santoni che usurpano la buona fede, ma soprattutto il corpo delle ignare vittime, sopraffatte e violentate nel corpo e nell’anima.

Le atmosfere descritte sono dunque palpabili e cariche di immagini che si susseguono una dopo l’altra, immagini di un mondo che sembra tanto lontano da noi, ma che nella durezza e nella tragedia sono tanto realiste quanto inimmaginabili.

Unity Dow, giudice, attivista per i diritti umani, scrittrice e ministro del governo del Botswana è nata in un’area rurale dove i valori tradizionali erano dominanti;Unity Dow ha frequentato Giurisprudenza all’Università del Botwsana e dello Swaziland e poi a Edinburgh in Scozia, suscitando con la sua educazione occidentale un misto di stima, ma anche di sospetto. Impegnata nella difesa dei diritti delle donne, è stata tra le fondatrici di EmagnBasadi, la prima organizzazione femminile del Paese. Si è occupata dei diritti dei gay e ha partecipato anche alla creazione di Aids Action Trust. Prima donna giudice dell’Alta Corte del Botswana, si è impegnata molto per la democratizzazione delle leggi del Paese, per esempio nell’ambito del diritto di famiglia. Personaggio poliedrico, ha dimostrato il suo valore anche come scrittrice; nei suoi libri spesso emergono i conflitti tra i valori occidentali e quelli tradizionali, ma anche i problemi riguardanti i rapporti tra uomo e donna in un continente afflitto dalla povertà come quello africano. Dow ha contribuito al libro Schicksal Afrika (Destino Africa) dell’ex presidente tedesco Horst Koehler (2009), e ha spesso fatto parte di missioni dell’Onu in Sierra Leone e Ruanda. Oltre al conferimento della Legion d’onore francese, Unity Dow è stata menzionata al Women of the World Summit nel marzo 2011 come una delle 150 donne che “scuotono il mondo”. Dal 2013 è entrata in politica e da allora ha più volte rivestito il ruolo di ministro.

Chi sono Le Assassine?

Edizioni le Assassine è un piccolo gruppo di appassionate/i di crime che da anni lavora nel mondo

editoriale, occupandosi di scelta dei libri, traduzioni, editing e comunicazione. Vuole dare espressione a questa passione per la letteratura gialla, proponendola nelle sue svariate sfaccettature – giallo a suspence, deduttivo, hard boiled, psicologico, noir –, negli stili più diversi – fantasiosi, essenziali, sofisticati, semplici, d’antan – e nei contesti geografici più vari – Marocco, Malesia, Canada, ma anche Germania, Francia… solo un piccolo esempio dei Paesi da cui vengono le scrittrici.

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