Troppo tardi per tutto di Ivan Ruccione – Edizioni Augh!

Troppo Tardi Per Tutto di Ivan Ruccione

Edizioni Augh! 2019

Pagg.93

 Prefazione di Helena Janeczek

Recensione di Loredana Cilento

Vorrei riuscire a parlarti senza vergogna. Senza la paura del tuo silenzio, la paura del tovagliolo che pieghi e nascondi sotto il bordo del piatto quando qualcuno o qualcosa ti delude.

Vite spaccate dalla violenza fisica e morale, vite allo sbando tra alcol, droga e sesso, vite ormai compromesse dall’ineluttabile consapevolezza che è Troppo tardi per tutto, queste le tematiche che muovono i brevissimi racconti di Ivan Ruccione all’interno delle famiglie protagoniste del suo libro.

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Storie di ragazzi sbandati, di giovani delusi, di genitori “falliti”, di madri deboli, di padri che muoiono moralmente per la perdita di una figlia, i racconti di Ivan Ruccione contengono tutto questo, sono frammenti di vita ormai alla fine.

Ogni storia è un flash nel grande universo familiare, gabbie dorate che narrano l’inquietudine dei personaggi, ognuno dei quali è la voce narrante in prima persona.

Prendono vita le voci di un ragazzo che porta abiti puliti e cibo a un padre clochard che aspetta il ritorno di sua figlia alla stazione, l’attesa lenta e commovente della preparazione del necessario di una madre ormai mestamente afflitta.

La luce dell’abat-jour fa brillare i capelli unti e le lacrime che circonda- no i nei all’angolo della bocca. Sembra coperta di alghe e balani, come una creatura emersa dalle profondità marine dopo chilometri di apnea.

Short stories essenziali rappresentate spesso da un’ambientazione cupa e fredda come stazioni ferroviarie, pareti claustrofobiche che nascondono violenze indicibili ai danni di sorelle inabili, e sull’orlo della follia che si consumano le vicende familiari in cerca di una ripartenza senza mai essere partito realmente.

Ivan Ruccione con una scrittura schietta senza fronzoli stilistici, lucida, a tratti corali, ci trasporta essenzialmente in quei luoghi familiari dove non è tutto ora quello che luccica, dove la famiglia del Mulino bianco assume una sfumatura noir e borderline.

In questo universo familiare afflitto e senza speranza, si costruiscono mondi che ai nostri occhi possono sembrare lontani in assenza di una vera consapevolezza, pensiamo che all’interno dei nostri nuclei possiamo essere al sicuro, ma esistono e sono nascosti tra le pareti dell’indifferenza.

Ivan Ruccione (1986) è nato e cresciuto a Vigevano. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su “Nazione Indiana”, “Poetarum Silva”, “Altri Animali”, “Pastrengo” e “Cattedrale”. Nel 2017 è uscito il suo romanzo A fuoco vivo (Miraggi Edizioni). Lavora come cuoco ed è un appassionato lettore di poesia e short stories. Questo è il suo primo libro di racconti.

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