Il sistema del tatto di Alejandra Costamagna
Edicola, 27 maggio 2020
Traduzione Maria Nicola
Recensione Loredana Cilento
“Ania non ha piante, non ha un giardino, non ha radici dall’altra parte.”
Ania, la Chilenita, come veniva chiamata da piccola quando di recava in vacanza dai nonni e dal cugino del padre, Agustin, dal Cile in Argentina, a Campana, deve presenziare ai funerali proprio di Agustin.
Alejandra Costamagna ci accompagna in un viaggio di ricordi attraverso gli occhi di Ania, una donna adulta, ma ancora priva di certezze, che non riesce a far meno del suo tranquillante.
Il sistema del tatto edito da Edicola, tradotto da Maria Nicola, non è solo un viaggio nei ricordi, è soprattutto un’esperienza intima, una riscoperta dei rapporti e una ricostruzione del passato per comprendere il proprio presente.

Ania nella vecchia casa di Nelida, sua nonna ritrova una scatola, crede ci sia lo zucchero ma all’interno c’è un passato tutto da scoprire
Dove dovrebbe esserci lo zucchero, c’è una scatola di ricordi di Nelida e Agustín. Questo lo saprà due minuti dopo, quando l’avrà aperta. In quel momento Ania pensa che quella scatola la stia aspettando dal giorno della morte di Nelida e abbia deciso di comparirle davanti solo adesso che se ne è andato anche Agustín.
Attraverso una narrazione che via via diviene potente e descrittiva immaginiamo un passato di felicità raffigurato da foto di famiglia in una lontana giovinezza: posa, quasi plasticamente, una bella donna con la sua famiglia e grandi sorrisi; è Nelida, originaria del Piemonte che si lascia catturare dall’obbiettivo.
La storia entra nel vivo quando nella lettura del Manuale dell’immigrato italiano all’Argentina, datato 1913 e attualmente conservato nella biblioteca di Biella, si leggono le regole e le punizioni per ogni trasgressione.
Il sistema del tatto ha una narrazione a più voci e questo lo rende sicuramente molto particolare, la voce del presente, quella di Ania, e quella del passato, di Agustin, ma flebilmente si inserisce una terza voce che narra quasi con rimpianto lo sradicamento dalla sua terra il Piemonte, per migrare in Argentina, è Nelide che ripercorre il suo viaggio in nave per sposarsi, un matrimonio “salvifico” per questa giovane donna costretta a unirsi con un cugino ancora scapolo.
Alejandra Costamagna sottolinea con forza i legami familiari, e soprattutto il diritto a mantenere vive le proprie radici, a non essere costretti a cambiare il modo di essere per adattarsi a un nuovo mondo.
- Quando una banda musicale intona l’inno nazionale, tutti i presenti si scoprono il capo in segno di riverenza.
- Qualunque donna, tanto una dama che una lavandaia, si denomina usualmente una Señora. Chiamare una donna del popolo mujer (che infatti significa «donna») non suona bene: equivale a dire «femmina».
I frammenti della memoria tra invenzioni, sogni e realtà ci regalano un libro di nostalgica delicatezza ed eleganza.
ALEJANDRA COSTAMAGNA (Santiago del Cile, 1970) ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e un libro di cronache e saggi. È considerata una delle più importanti scrittrici latinoamericane della letteratura contemporanea. Ha collaborato con le riviste Gatopardo, Letras Libres e El Malpensante. Nel 2003 ha ottenuto una borsa di studio dell’International Writing Program dell’University of Iowa. Nel 2006 in Germania ha vinto il Premio letterario Anna Seghers. Nel 2016 Edicola ha tradotto in Italia la sua raccolta di racconti C’era una volta un passero. Il sistema del tatto è stato finalista al prestigioso Premio Herralde deNovela (Editorial Anagrama) e nel 2019 in Cile ha vinto il Premio del Círculo de Críticos de Arte e il Premio Atenea.
Grazie per l’utile consiglio!😊
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Grazie a te, è un bel libro, una casa editrice che mi regala sempre grandi emozioni ☺️
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