
Ritengo che controllare il tempo attraverso il suo uso, trasformando il tempo sprecato in tempo utilizzato, non sia altro che un autoinganno: ci sarà sempre del tempo non controllato, da qualche parte, del tempo vuoto, tempo che scivola dagli interstizi di tempo.
Enne di Valentina Durante, è il secondo romanzo della scrittrice e consulente freelance, che dopo la pubblicazione de La proibizione, Laurana 2019, ritorna in libreria con una storia che esplora i sentimenti più intimi di un uomo e della sua perdita, un lutto che lo ha colpito profondamente e per questo decide di cambiare totalmente la sua vita.
Il protagonista lascia un prestigioso impiego da manager per diventare un codista: trascorre le sue giornate lente e cadenzate alla posta per conto di altri, spedendo la corrispondenza altrui, in coda presso gli uffici pubblici.
Ogni martedì spedisce per una donna un pacco, e all’improvviso sente di doverlo aprire e così avviene per i successivi pacchi.
Sente che in quegli oggetti ci sia qualcosa del suo passato, qualcosa che gli appartenga.
Il romanzo è in forma epistolare, Enne è il destinatario dei suoi tormenti, delle sue giornate scandite da una quotidianità metodica, calcolata, la sua occupazione è sempre uguale: ogni giorno la stessa mensola di ciliegio, gli stessi dieci vasi di vetro, gli stessi dodici virgola cinque centimetri a partire dal lato sinistro e destro della mensola, gli stessi cinque centimetri di distanza fra un vaso e l’altro…alla stessa ora, nello stesso modo.
Il protagonista fugge da una realtà a lui estranea, per avvolgersi in un mondo fittizio, fatto di fantasie che verosimilmente si ricollegano al suo passato. L’atto dello scrivere è una liberazione da un lato, ma è anche un voler restare attaccati alla precedente vita.
I dubbi, le domande sull’esistenza e sull’assenza, sul bene e sul male, tra rimorsi e pietas, tra l’essere carnefice e vittima.
“Morendo lei non ha lasciato a me alcuna possibilità di redimermi […] Rendendo il divario fra il male agito e il male subito eternamente incolmabile.”
Un libro denso di immagini che prendono forma con una poetica che si intreccia alla filosofia dell’essere, un dualismo, tra la concretezza dell’uomo e la figura retorica di Enne, una deviazione, un’ambiguità che esalta la potenza narrativa.
“Ho trasformato il nostro gioco in realtà […] fra noi due, nonostante le apparenze, sei sempre stato tu il più debole.”
Valentina Durante
Nata a Montebelluna nel 1975, è copywriter e consulente di comunicazione freelance. Fino al 2009 ha lavorato come ricercatrice di tendenze coordinando per la Camera di Commercio di Treviso un gruppo di stilisti, designer, artisti, progettisti e fotografi. Il suo primo romanzo – La proibizione – è uscito nel 2019 per l’editore Laurana. Suoi racconti sono stati pubblicati nelle riviste “Altri Animali”, “Leggendaria”, “L’ircocervo” e “Vibrisse” e nella raccolta Polittico (Caffèorchidea, 2019). Dal 2019 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi.
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