Titolo: La casa al civico 6
Autrice: Nela Rywikova
Edizione: Le Assassine
Pagine 320
Recensione di Loredana Cilento
Una città grigia, gente grigia, e grigi erano spesso anche i pensieri nelle loro teste. Chi non era scappato per tempo, era rimasto imprigionato per sempre nel tetro mondo delle fabbriche e dei casermoni prefabbricati.
La realtà fatiscente dei luoghi e della mentalità dei cittadini di Ostrega, nella Repubblica Ceca, ancorati a un passato influenzato dal totalitarismo comunista, che durante la crescita delle fabbriche, si erano sviluppati interi quartieri abitativi, messi a disposizione per gli operai e le loro famiglie, è resa palpabile nelle straordinarie pagine di un giallo che esplora e indaga le vite dei personaggi protagonisti del nuovo romanzo di Nela Rywiková, La casa al civico 6, tradotto brillantemente da Raffaella Belletti per edizioni Le Assassine.
La trama si sviluppa attorno alla scomparsa del giovane Martin Prchal e ai condomini di via U Trati al civico 6, un poliziotto caparbio è deciso a indagare sulla sparizione, convinto fortemente che si tratti di un omicidio.
Tutti hanno qualcosa da nascondere, coprendosi a vicenda gli inquilini tentano di depistare la determinazione di Vejnar, che tenta finalmente di dare pace a una madre distrutta dal dolore.
L’ambiente deprimente aveva risvegliato in loro delle persone violente, nel migliore dei casi disfattiste. I padri di famiglia scaricavano la propria frustrazione quotidiana sulle mogli e le madri sui bambini e i bambini su cani e gatti. Non era possibile vivere in un ambiente tanto ripugnante e mantenere un sano spirito ottimista.
Dalle indagini emerge il tentativo del giovane Prchal di fare di quel palazzo un posto vivibile, di ricostruire e valorizzare il casermone e ridare dignità agli inquilini, ma questi ultimi gli avevano messo i bastoni fra le ruote, da questa convinzione Vejnar è deciso a far chiarezza indagando proprio nelle vite dei condomini.
Ogni personaggio vive e ha vissuto esperienze che hanno segnato per sempre la vita, un ritratto dalle tinte scure, ombre che si muovono in un contesto sociale anacronistico, esacerbato da una mentalità legata al grigiore delle fabbriche che educava e formava a non avere pensieri, ma solo sopravvivere in una città fatta di acciaio e carbone.
La particolarità del giallo è sicuramente l’ambientazione, i personaggi si muovono, o meglio arrancano faticosamente in una società che ha incastrato i pensieri e l’evoluzione impedendo loro di ricostruire un futuro più luminoso, un ritratto delirante che fa emergere un potere superiore che gestiva il proprio arbitrio e che nel momento in cui questo potere era sparito si erano trovati inermi, delusi, privati delle proprie certezze.
Quelle persone erano tutte dalla prima all’ultima cieche, sorde e indifferenti.
Ogni personaggio è sapientemente descritto: stati d’animo, emozioni, sono eviscerati e indagati come solo una penna duttile come quella di Nela Rywiková, sa fare, interagendo con il lettore attraverso una trama che si snoda abilmente pagina dopo pagina.
Nela Rywiková è nata a Ostrava, dove attualmente vive, nel 1979. Dopo gli studi presso il Brno’s College of Art and Crafts ha lavorato nell’ufficio di produzione di una casa editrice e poi nel campo del restauro. Nel 2013 ha esordito con Dům číslo 6, La casa al civico 6 traduzione resa possibile grazie al sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica Ceca. Il suo secondo libro Děti hněvu (I figli della rabbia), ha accolto anch’esso con grande interesse.