Forse mio padre di Laura Forti – Casa Editrice Giuntina

Forse mio padre di Laura Forti

Casa Editrice Giuntina, 2020

pagg: 162 

Di Loredana Cilento

“Non ho avuto un padre, forse non ho avuto neanche una madre affidabile, ma ho avuto la scrittura. Mi ci rinchiudevo come ci si nasconde in un armadio, come fanno i gatti quando vogliono evitare il pericolo o non farsi trovare. Lì sparivo e mi rimaterializzavo in un nuovo mondo dove incontravo i miei veri amici, persone simili a me che potevano capirmi. ”

La scrittrice e drammaturga Laura Forti, ritorna in libreria, dopo L’acrobata, con un nuovo e appassionante libro, Forse mio padre, una storia familiare che si intreccia con la Storia mondiale, la Grande Storia che coinvolse l’Italia durante le leggi razziali e il fascismo, e dove la vita di molte persone fu sconvolta a partire dalla giovane madre di Laura.

Qualche giorno prima di morire, la madre di Laura,  le rivela una  sconcertante verità, scivolata dalle sue labbra dopo tante mezze parole, allusioni, fino a pronunciare quel nome celato da tanti anni, un segreto fatto di appuntamenti telefonici per raccontargli della sua Laura.

Laura ha chiamato per una vita papà un uomo che biologicamente non lo era, ma neanche moralmente, un uomo difficile, a tratti crudele, Mauro l’uomo che ha sposato sua madre, più per ribellione che per amore, il Romeo  goy, un non ebreo.

E così attraverso i frammenti di memoria, attraverso diari, informazioni, poche fotografie sbiadite dal tempo e dal ricordo, Laura ricostruisce a suo modo una figura misteriosa, un volto… 

“Di te si sapevano le cose essenziali: che lavoravi sodo, che eri a posto. Eri lo sfortunato.”

Forse mio padre è una storia nella Storia, con le persecuzioni, con il fascismo, e soprattutto con il tanto sospirato Stato d’Israele, la patria a cui tutti gli ebrei sopravvissuti potevano e volevano tornare.

Un libro dunque scritto con la memoria,  finzione e realtà si intrecciano nella trama reale della vita di Laura, sono immagini che tentano di riempire un vuoto, talvolta incolmabile, un libro di memorie frantumate, piccoli ritagli incollati non perfettamente solcati da incrinature indelebili, ruvide.

Sono le memorie della madre, del suo passato di ebrea che subisce le leggi razziali; c’è poi un uomo, quasi un fantasma che dietro le quinte di  un palcoscenico, osserva la vita che avrebbe voluto, una figlia da amare.

Forse mio padre è anche un inno alla scrittura, con una prosa poetica che suggella armonia ed eleganza, Laura Forti ci accompagna tra le pieghe stropicciate della sua memoria .

Laura Forti è una delle drammaturghe italiane più rappresentate all’estero. I suoi testi sono stati tradotti e messi in scena in molti paesi e pubblicati in Germania e Francia. All’attività di scrittrice affianca quella di docente, insegnando scrittura teatrale e creative writing. Collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Con la Giuntina ha pubblicato L’acrobata e Forse mio padre.

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