Müchela, Iena di Vincenzo Trama
Edizioni Spartaco, 2021
Pagg. 176, collana dissensi
Recensione di Loredana Cilento
Quando ci eravamo trasferiti lo sapevo già. Lo scampanellio di Domenico Iannaccone sotto casa, le urla della commara della Cintola, le pallonate contro i garage dei ragazzi più grandi, l’odore della pommarola bollita che saliva su fino al balcone, i cugini Zampanò ubriachi di notte che gridavano a Concettina di uscire. Il mio Sud al Nord finiva così.
Voce narrante del nuovo romanzo di formazione di Vincenzo Trama, Müchela Iena, è Mirko detto Garage, ormai adulto torna al paese nella bassa milanese per il funerale di un amico, lì rincontrerà la sua vecchia banda, tra presente e passato, si snoderà una storia di ragazzi che in sella alle loro biciclette si affronteranno con determinazione e voglia di appartenenza in una guerra alla periferia sud.
Il romanzo di Trama è ricco di spunti di riflessione socioculturali e politici, i giovani protagonisti sono il riflesso del condizionamento idealistico che prendeva forma negli anni novanta con la nascita della nuova destra italiana: i ragionamenti dettati spesso dalle famiglie che influiscono sulle giovani menti insinuando un’ avversione indiscriminata verso gli stranieri, o più fortemente verso il Sud, verso i terroni, e lì che il senso di inadeguatezza appare come un fardello che piega e stravolge la spensieratezza di ragazzini che cresceranno troppo in fretta.
E così che prendono forma lentamente vere e proprie spedizioni punitive di chi ha ricevuto un torto, un’occhiata non appropriata, il Carnevale si trasforma crudelmente in un bagno di sangue, tra botte e apparenti goliardie, come scrive l’autore: squadravamo i grandi ritornare alla sera claudicanti, tumefatti, orgogliosi anche se pestati e lividi.
Vincenzo Trama ci riporta alla periferia sud di Milano, Incis, alla sua nascita, all’innalzamento dei papaveri di cemento, alla brava gente mandata lì con la nebbia che nascondeva pure le lacrime, e poi altra brava gente che non li vedevano di buon occhio, e poi quelli che dovevano riqualificare il quartiere, ma che alla fine il tutto viene riconvertito ad alloggi abusi, tra degrado e macerie.
Una prospettiva, quella di Trama che ricorda il romanzo di denuncia, alla mistificazione dei potenti che dopo la firma delle carte, abbandona il quartiere a se stesso.
Muchela, Iena si pone come un romanzo ad ampio respiro tra le riflessioni personali di Mirko e le atmosfere di un ambiente controverso e incline alle ostilità, dove anche gli adolescenti sono vittime e carnefici, un odio razziale dettato da una mentalità esacerbata dai luoghi comuni e dai pregiudizi.
E per non essere condizionata e giudicata la madre di Mirko tra una michetta e un accetto sofisticato, cerca di amalgamarsi al nuovo contesto sociale, cercando una nuova appartenenza, ma l‘etichetta che si porta dietro non si scolla, un peccato originale che non può essere lavato, queste le riflessioni di Mirko, consapevole che difficilmente puoi nascondere ciò che sei, ma poi è giusto nascondere le proprie origini, il proprio status?
Una scrittura forte, decisa, che mescola brevi frasi dialettali a una prosa che rendono reale e quotidiano l’ambiente e le atmosfere, suggestive e particolareggiate.
Müchela, Iena è un libro sulle diversità, sull’integrazione spesso, anzi quasi sempre, difficile, sui giovani e la loro forza di appartenere a un mondo sempre più contraddittorio e inasprito da stereotipi pregiudizievoli e ingiusti.
Müchela, Iena è davvero un bel libro da leggere.
Vincenzo Trama nasce a Milano nel 1981. Appassionato di controculture, ha pubblicato il saggio Black metal: il sangue nero di Satana (2013) e il romanzo Se fossi postumo sarei (Ba)ricco (2017), Edizioni Il Foglio Letterario, che è anche un magazine online di cui è direttore dal 2018. Nel 2019 è uscito Rebel, rebel: cronistoria narrativa di 50 album (quasi) ribelli degli anni ’90 (Arcana). È del 2021 il romanzo Müchela, Iena, pubblicato da Edizioni Spartaco.
Rispondi