Titolo: Blues per il sole rosso
Autore: Marco Esposito
Editore: Scatole Parlanti, 2020
Pagg: 122
Recensione di Loredana Cilento
Poggio la fronte sul ferro arrugginito della scala e chiudo gli occhi. Mancano quindici giorni al congedo. L’ultima settimana i superiori mi terranno fuori dai turni, a meno che non ci sia un’emergenza.
Da oggi sono un fantasma.
Leggere i racconti di Marco Esposito, Blues per il sole rosso, Scatole Parlanti 2020, è stato come percorrere un corridoio in penombra, dove di stanza in stanza, di porta in porta si aprono storie di vite al limite, di vite spezzate, disilluse, vite criminali, vite distrutte dalla perdita, dalla vendetta. Una raccolta di 24 micronarrazioni, alternate a racconti più lunghi, accordate sulle note dissonate di un blues malinconico e struggente.
Quante domande senza risposte. Il mondo che era andato avanti: spietato, maleducato, indifferente.
Sono racconti a sé stante ma che hanno in comune l’ambientazione e le atmosfere, spesso difficili, del Sud Italia, prendono così vita tra le pagine di Blues per il sole rosso, le Tradizioni nella notte di Capodanno, le pietanze tipiche della notte del nuovo anno, sullo scenario di un cielo illuminato dai fuochi artificiali, ma con un risvolto amaro e subdolo tra le differenze sociali dei protagonisti. Decisamente significativo sono i Pomodori all’occhio di bue dove il protagonista Corrado si improvvisa chef cucinando i pochi ingredienti che ha a disposizione dato la povertà in cui versa, deliziando la moglie con una ricetta davvero unica!
Anna stette al gioco. «Uaaa, Corra’, ma dove hai imparato a fare ’sti piatti? Ma poi guarda che presentazione!».
Corrado si accomodò e le sorrise. «Buon appetit’, ammor mi’».
Non camminerai mai solo è quella luce in fondo al tunnel che tutti vorremmo vedere, ispirato a una vicenda realmente accaduta, Beppe il protagonista, tifoso sfegatato, subisce gli innumerevoli tradimenti della moglie, ma la vita gli riserva una consolazione sorprendente.
Un moderno paladino della giustizia, si trasforma nel famoso pipistrello che accorre al momento del bisogno per salvare gli indifesi: Brus Uein
«Guarda che Brus Uein non si scrive come l’hai scritto tu». Brus si aggrappò alla corda. «Mi hai preso per un ignorante? Lo so benissimo come si scrive, io sono la versione italiana». Azionò un pulsante e in un attimo tornò su al nono piano.
La racconta si sofferma soprattutto sulle differenze sociali, sui problemi legati al lavoro, fino a scontri duri tra le manovalanze di un cantiere che presto darà lavoro a una ditta esterna, in Blues per il sole rosso che dà il titolo alla racconta.
Ci guardiamo. Nessuno ha voglia di tornare a casa col fardello di una brutta notizia.
Un piccolo cameo nella raccolta è affidato alla dura realtà che da tempo ci fa vivere nell’insicurezza e nella paura: ’O virus, dove in un quartiere popolare si discute, da balcone a balcone, tra un “ho sentito dire”e false credenze della pandemia
«Comunque lo sapete che ho pensato? Secondo me ’stu virus è arrivato per fare una bella potatura. ’Ncopp a ’stu pianet’ siamo diventati troppi, è ’na specie di selezione naturale: taglia i rami vecchi e lascia crescere i nuovi».
Antonio sorrise. «Perciò ai bambini e ai giovani non gli fa niente, eh?».
«Ma è mai possibile che parlate tutti della stessa cosa?».
Antonio e Alfredino si voltarono: la signora Petrarca, del palazzo di fronte, era uscita sul balcone per stendere i panni.
«E di che dobbiamo parlare, signo’?» ribatté Alfredino. «Tutta l’Italia sta parlann ’ra stessa cos’».
Marco Esposito ha saputo condensare, con una scrittura vivida, dalla struttura spesso colorita e un linguaggio vero quotidiano, personaggi sopraffatti dalla vita, ma che cercano quella tenue luce che li spinga a sopravvivere.
Marco Esposito è nato a Napoli nel 1977. Attualmente vive e lavora a Roma. Ha pubblicato il racconto lungo Per me tu sei catena (Delos Digital, 2016) e il romanzo Tarantell (Delos Digital, 2019). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su “Writers Magazine Italia”, “L’Irrequieto” e la raccolta TYPEEBOOK 2018.
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