Titolo: Il futuro è un posto strano
Autore: Cynthia Rimsky
Editore: Edicola, 2021
Pagg: 192
Traduzione di Silvia Folorni
Recensione di Loredana Cilento
“Se ci hanno sconfitti o no, è relativo, risponde Zanelli; è morta molta gente e quelli di noi che sono rimasti sono finiti tutti in prigione, ma aver combattuto questa guerra ed essere ancora qui, quando l’intenzione era quella di annientarci, mi riempie di orgoglio.”
Cynthia Rimsky, vincitrice del Premio Municipal de Literatura de Santiago e del Premio Mejor Obra Literaria con il suo romanzo, tradotto brillantemente da Silvia Folorni ed edito da Edicola, ci accompagna nel Cile post-dittatura attraverso un viaggio nel passato, un posto in cui rivivere l’idealismo rivoluzionario dei giovani militanti di sinistra.
La Caldini ex giovane militante di sinistra, insegnante di scrittura a Santiago, riceve una denuncia dell’ex marito per abbandono del tetto coniugale, scrittore in crisi ed ex militante come lei, chiede un risarcimento che potrebbe portarle via la casa lasciata dal padre, a difendere la Caldini un’avvocata disillusa dagli ideali che hanno mosso i rivoluzionari contro la dittatura di Pinochet.
Il futuro è posto strano, ovvero un presente che guarda al passato, al passato di una lotta che sembra non sia mai stata vissuta, la Caldini inizia un viaggio attraverso i documenti che dimostrano che non è mai stata mantenuta dal marito come egli afferma, la memoria la porta a eventi che le sembrano estranei, quasi come se non le appartenessero, perché in questo presente sembra che gli anni della dittatura non abbiano più la stessa potenza evocativa che spingeva alla lotta.
La Caldini così incontra quelle stesse persone con cui militava: un dirigente politico arrestato e poi uscito di prigione dopo molti anni, simbolo ancora di quel legame rivoluzionario che accompagnava la lotta, oggi è quasi un fantasma e che versa in condizioni economiche precarie.
“Zanelli è stato il primo del suo corso in Sociologia e prima aveva finito Storia. Adesso invece è un perfetto esempio della miseria umana”
Un viaggio per la Caldini sulle strade di Santiago che non riconosce, che la fanno dubitare fortemente di essere stata, una rivoluzionaria, la giovane di vent’anni con i capelli arricciati dalla piastra calda e con il largo maglione di lana rosso che attraversa a piedi il quartiere popolare in un giorno di protesta.
“Tu sai chi sono io?” le chiede la Caldini a sua volta.
Nilda ripone la sigaretta che stava tenendo spenta tra le labbra e ne prende un’altra, che questa volta accende.
“La domanda è se lo sai tu.”
“Quello è più complicato.”
La sensazione che si percepisce è di completa assenza da quel mondo che le appare estraneo, perso in una memoria indecifrabile: come sia possibile che quel passato eroico sia stato dimenticato in un futuro privo di ideali e disinganni?
Simbolicamente la Rimsky tratteggia un involucro apparentemente intatto ma dal contenuto completamente distrutto, come le facciate degli edifici dopo il il terremoto del 27 febbraio del 2010 in Cile. Un libro sulla memoria distrutta che cambia la percezione e il senso degli ideali, che vengono minimizzati, sminuiti, perdendosi nell’oblio.
Un libro complesso dalla costruzione narrativa potente, ricco di sfumature tragicomiche, schietto, lucido e di una abbacinate bellezza. Il futuro è un posto strano è il presente che volge lo sguardo al passato.

Cynthia Rimsky è nata a Santiago del Cile nel 1962. La sua scrittura si muove tra fiction e cronica. Ha pubblicato Poste restante, La novela de otro, Los Perplejos, Ramal, Fui, En obra, La revolución a dedo. Insegna Artes de la escritura presso l’università di Buenos Aires, dove risiede. Il futuro è un posto strano è il suo primo titolo pubblicato in Italia.