Torna a casa, Viola! di Milka Gozzer – I delitti di Capriate


A Viola voleva un bene dell’anima. Se un uomo si affezionava troppo a una pecora da quelle parti la gente pensava male. Stefano viveva in una terra di pregiudizi solidi come le rocce che la circondavano. Una terra alpina ancora attraversata dagli animali selvatici. Spesso gli uomini agivano peggio delle bestie, pensava. Faceva eccezione solo per i pastori, esseri solitari e timidi, occupati unicamente a proteggere il gregge.”

Titolo: Torna a casa, Viola! (I delitti di Capriata)
Autore: Milka Gozzer
Editore: Milka Gozzer, ottobre 2021
Pagg: 126

Recensione di Loredana Cilento

Milka Gozzer scrittrice indipendente e giornalistanata a Borgo Valsugana ritorna in libreria dopo  i romanzi Le radici del muschio (2016) MeL (2019) Racconti di viaggio Racconti di vita (2020) Il gatto di Depero (2021),  con un giallo  dalle sfumature bucoliche, ambientato in una terra ricca di suggestivi profumi campestri, Torna a casa, Viola! dove alla scomparsa della tenera pecora Viola, si intreccia un’indagine poliziesca, sulle tracce di un delitto misterioso che turba la quieta della tranquilla località di Capriata.

Stefano il barista protagonista del giallo di Milka Gozzer,(nato inizialmente come breve racconto, poi divenuto un romanzo) è angosciato per la sparizione della sua pecora del Camerun, amante delle mele Golden, non riesce a darsi pace e così ha inizio la sua personale indagine per ritrovarla, ma si intreccia nella sua ricerca, il delitto di un tassista, inevitabile il suo coinvolgimento visto la direzione che ha preso per scoprire il mistero.

“Ma Viola non era una pecora che giocava a nascondino. Ogni mattino, appena Stefano spalancava la porta del bar, gli si avvicinava con placido ancheggiare. A volte invece rimaneva in piedi a fianco del furgone e lo fissava come a dire: “Sono qui, mi vedi?”

Nel breve romanzo si affacciano non pochi temi, soprattutto si sottolinea la bellezza indiscussa dell’atmosfera pastorale, la difficoltà dei pastori nel portare a termine le transumanze, le continue contaminazioni turiste, ambiti propositi delle amministrazioni per trasformare il villaggio in una meta vacanziera scommettendo sulle terme, sfruttando le antiche corti asburgiche presenti sul territorio.

“Benvenuti a Capriata”. Ogni volta che Stefano si imbatteva nel racconto del destino toccato ai figli del re Fravort gli venivano i brividi. In ogni caso lui era della concreta opinione che mancassero adeguati intrattenimenti in paese per attirare la massa dei turisti: né le leggende né le terme asburgiche sarebbero bastate a risollevare l’economia della sua terra.”

Altra tematica interessante è la presenza, a volte ingombrante, dei social media, croce e delizia in questa epoca digitalizzata e che si incontra e si scontra con l’ambiente idilliaco di Capriata.

A me non resta che auguravi una buona lettura, che grazie all’attenta e suggestiva scrittura di Milka Gozzer possiamo immergerci in un giallo fuori dagli schemi e assaporare le atmosfere di una valle incantata.

Milka Gozzer giornalista professionista ha lavorato per quasi vent’anni nei giornali prima di dedicarsi all’attività di romanziera, è laureata in filologia e letterature comparate, appassionata di viaggi in Asia e Africa ha scritto reportage da tutto il mondo.

Vive in Trentino con un coniuge e una cagnolina di nome Iaba.

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