Punto di fuga di Mikhail Shishkin – 21lettere edizioni

Titolo: Punto di fuga

Autore: Mikhail Shishkin

Editore: 21lettere

Pagine: 392

illustrazione copertina: Jacopo Starace

Traduzione di Emanuala Bonacorsi

Recensione di Loredana Cilento

«A un certo punto ho sentito la connessione in modo acuto: il vuoto universale congelato, da cui non potevo scappare, può essere riempito solo da quel meraviglioso ronzìo, fruscìo, mormorìo, fragore di parole. Ho scoperto che il momentaneo, il transitorio diventa gioioso e significativo solo quando passa per le parole.

Tutto il presente è insignificante e futile se non porta alle parole e se le parole non portano a lui. Solo le parole giustificano in qualche modo l’esistenza delle cose, danno un senso all’attimo, rendono reale l’irrealtà, mi rendono me stesso.»

Trecentonovantadue pagine di pura bellezza, Punto di fuga di Mikhail Shishkin, scrittore russo dissidente, conquista i lettori con un romanzo che racchiude in sé amore – e non solo – tra due amanti: Volodya, giovane scrittore, arruolato nella terribile guerra dei Boxer, avvenuta alla fine dell’800, inizio 900 in Cina ad opera degli Yihetuan, un gruppo di rivoluzionari contro il colonialismo straniero: Sash’ka, giovane donna di provincia vive le sue aspettative nella monotonia quotidiana. Sono lettere d’amore divise non solo dallo spazio, ma soprattutto dal tempo.

“Io e te siamo una cosa sola ormai da tanto tempo. Tu sei me. Io sono te. Cosa potrebbe separarci? Non c’è niente che possa separarci”

Sašen’ka o Saša, Voloden’ka o Volodja, si scrivono, si raccontano, sono frammenti di vita, della quotidianità, diari di guerra sul dolore, sulla morte, un’indagine intima sull’esistenza, memorie di un tempo sospeso, i due amanti si rincorrono attraverso una corrispondenza, talvolta senza una vera e propria risposta, sono flash della propria infanzia, quella di Saša, al mare con i suoi genitori, sono i ricordi di Volodja i suoi sogni con la sua Sasa dalle iridi diverse, e sono immagini crude e struggenti di una guerra sconosciuta che non risparmia giovani vite o civili impauriti, straziati nelle loro terre, scenari devastati, tracce di orrore e scie di sangue.

Mikhail Shishkin, fortemente influenzato dalla grande cultura russa, da Dostoevskji a Gogol, ci regala un romanzo dalla grande potenza evocativa, percezioni che celebrano stati d’animo, fotogrammi che immortalano attimi resi eterni e vividi nella memoria. Punto di fuga pone l’accento sui grandi temi dell’esistenza, sul tempo, sulla morte:« Morte. Quante volte ho sentito questa parola, quante volte ho pronunciato e scritto io stesso queste cinque lettere, ma ora non sono sicuro di capire cosa significhi veramente.»

Tradotto in più di venticinque paesi, Punto di Fuga ha vinto il Big Book Prize nel 2010, tradotto per 21lettere da Emanuela Bonacorsi, con una scrittura intima, fraseggi cadenzati che ne accentuano l’intensità, ci invita a riflette sulla caducità della vita, anche se la morte non è necessariamente la fine, ma un punto di fuga dove tutto si ricollega attraverso fili sottilissimi che convergono dopo essersi dispersi.

“Mia cara Saška! Quali prove della mia esistenza mi servono ancora se sono felice perché ci sei tu e mi ami e ora stai leggendo queste righe? So che una volta scritta questa lettera in un modo o nell’altro ti raggiungerà, non scritta invece sparirebbe senza lasciare traccia. Così ti scrivo, mia Sašen’ka!”

Quanta bellezza racchiude questo romanzo, immaginifico, una fiaba ammantata da una singolare magia, solitudine e malinconia, passione e intimo trasporto.

Mikhail Shishkin è nato a Mosca nel 1961, da metà degli anni ’90 vive a Zurigo dove lavora come insegnante e traduttore per i rifugiati. Si dedica alla scrittura a partire dagli anni ’90. Nel 1993 pubblica il suo primo romanzo Zapiski Larionova (Le reminiscenze di Larionov) che gli vale il premio per il miglior debutto dell’anno.

Trova la fama nel 1999 con la pubblicazione di Vzyatie Izmaila (La presa di Izmail) che gli vale il Russian Book Prize. Nel 2005 pubblica il capolavoro Venerin volos (Capelvenere) premiato con il National Bestseller Prize e nel 2008 con il premio Grinzane-Cavour. I diritti del libro vengono venduti in più di 25 paesi. Nel 2010 diventa il primo e tutt’ora unico scrittore a vincere i tre più importanti premi letterari russi con il Big Book Prize assegnato a Pis’ Movnik (Punto di Fuga). E’ considerato uno degi autori più importanti della letteratura russa contemporanea. Si oppone dichiaratamente al governo di Putin, nel 2013 ha rifiutato di rappresentare la Russia al Book Expo negli Stati Uniti. Da anni impegnato nella promozione della cultura e della letteratura russa, Shishkin pubblica articoli su The New York Times, The Wall Street Journal, The Guardian, Le Monde, The Independent, e altri importanti quotidiani.

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