“Stefan era diventato, a torto o a ragione, per merito o fortuna, uno scrittore importante, il più acclamato della sua generazione, tanto che l’amico si spingeva a definirlo, con un pizzico di sarcasmo, un prince des lettres”
Recensione di Loredana Cilento
L’anno cerniera di Stefan Zweig, il 1935, l’anno in cui l’avanzata dell’ideologia antisemita si affacciava sull’ Europa coinvolgendo gli intellettuali del tempo e in cui Zweig sente crescere dentro di sé il desiderio di lasciare Salisburgo, per trasferirsi a Londra. Seguiamo in punta di piedi un personaggio e la sua biografia nel nuovo libro di Raoul Precht, scrittore e traduttore, attraverso le coinvolgenti pagine di Stefan Zweig. L’anno in cui tutto cambiò, Bottega Errante Edizioni.
Il matrimonio di Zweig attraversa una profonda crisi nel momento in cui la moglie Friderike con ogni probabilità ha visto qualcosa di inopportuno tra lui e la segretaria Lotte Altman, c’è anche un episodio sgradevole e umiliante che Stefan proprio non riesce a dimenticare: la polizia fa irruzione nella sua villa per una perquisizione improvvisa in vista del nuovo regime nazionalsocialista. Quell’episodio è come una bruciante umiliazione, Stefan vuole liberarsi così della villa e soprattutto di Salisburgo maledetta città di provincia, profondamente ottusa e antisemita,
Precht ricostruisce con una estrema empatia e dovizia di particolari, il profondo sconforto dell’antisemitismo che avanzava e che coinvolgeva molti dei suoi amici intellettuali: Thomas Mann, Joseph Roth, Arturo Toscanini con il quale si intratteneva in piacevoli conversazioni infiammate dallo spirito passionale del compositore.
Salisburgo, Vienna, Parigi, New York, Zurigo, Marienbad, Londra, Nizza, spostandosi di città in città, un anno particolare per l’intellettuale che Precht ha voluto omaggiare con un romanzo biografico definito sui generis perché non è la biografia completa di Zweig, ma solo un dettaglio se vogliamo chiamarlo così, di un anno, un anno narrato con un espediente, quello dei flashback, soffermandosi soprattutto sul lato intimo e umano di Stefan.
“Allineava metafore perché non sapeva fare a meno dei cliché, e fra i tanti a disposizione certe volte non riusciva a decidersi. Si salvava da inevitabili figuracce solo grazie a quei momenti di umor nero che lo inducevano a tagliare, sfrondare, eliminare.”
Un anno in cui si concentra la crisi matrimoniale e un assetto politico che guarda al nazionalsocialismo, i rapporti tra editori e scrittori ebrei, la scelta di lasciare Salisburgo per Londra, ma con un occhio verso l’ Italia, e soprattutto l’anno in cui Zweig è intento a scrivere due biografie.
“tuffarsi nel lavoro era sempre stato il suo antidoto alle avversità; superava le proprie preoccupazioni affrontando i dilemmi di personaggi che avevano agito e vissuto secoli prima, piuttosto che prendere sul serio i vaneggiamenti di certe bieche figure che macchiavano la sua serenità nell’immediato. Era una fuga, lo capiva bene; ma una fuga che spesso gli era apparsa come l’unico modo di opporsi a un mondo di violenza e sopraffazione che lo avrebbe altrimenti stritolato”
Affascinate è sicuramente il ritratto dei personaggi, degli artisti e intellettuali del momento, dove Mann funge quasi da consigliere, rapporti di amicizia e dove il momento si impone sulla lingua tedesca, come il suo storico editore che strizza l’occhio all’ideologia antisemita.
Una biografia davvero interessante che colpisce il lettore pagina dopo pagina: si coglie l’animo di uomo controverso, se vogliamo, perché non incarna una vera e propria posizione, ma che ci fornisce un fotogramma di quel tormento che poi lo ha portato a un tragico epilogo.
Raoul Precht Nato a Roma nel dicembre 1960, vive a Lussemburgo. È autore di quattro romanzi e tre volumi di poesie, di uno dei quali è andata in scena anche una rielaborazione teatrale. Ha inoltre pubblicato, per Nutrimenti, il libro Kafka e il digiunatore, che comprende la traduzione dell’ultimo racconto di Kafka. Sempre in qualità di traduttore ha curato per varie case editrici – Garzanti, Guanda, Theoria, La Camera Verde ecc. – opere di letteratura spagnola (Calderón de la Barca, Quevedo, García Lorca), di letteratura tedesca (Schiller, Sternheim, Handke) e di saggistica.”
Rispondi