La mia patria la mia lingua – La piuma cadendo impara a volare di Usama Al Shahmani – Marcos y Marcos edizioni

Titolo: La piuma cadendo impara a volare

Autore: Usama Al Shahmani

Editore: Marcos y Marcos

Pagg: 256

Traduzione di Sandro Bianconi

Recensione di Loredana Cilento

“La mia storia è intimamente connessa con il silenzio su quella realtà, il silenzio per me è diventato una lingua che Daniel non capisce. Chi non capisce il mio silenzio, non capirà nemmeno le mie parole.”

Usama Al Shahmani è tornato in libreria, dopo l’esordio In terra straniera gli alberi parlano arabo, con il suo nuovo romanzo La piuma cadendo impara a volare, sempre tradotto da Sandro Bianconi per Marcos y Marcos: identità e lingua, saranno al centro del  Festivaletteratura di Mantova, dove l’autore parteciperà il 9 settembre.

Aida è una profuga irachena cresciuta in Svizzera, del suo passato non ne vuole parlare, neppure con il suo Daniel, che pazientemente aspetta un cenno, un ricordo della sua vita prima della Svizzera, attorno a loro si sta creando un vuoto, una metà assente che non si colma. Aida approfitterà dell’assenza di Daniel per ripercorrere quel passato taciuto per tanti anni e che ora scivola tra le pagine di un diario, insieme alle parole sepolte nell’ombra dopo la morte di sua sorella Noche.

La famiglia di Aida fugge dalla dittatura di Saddam Hussein, dapprima in un campo profughi – la vita in Iran era difficile e priva di prospettive –  poi in Svizzera, ma il babbo di Aida, teologo tradizionalista e pessimo ascoltatore, sogna il rientro in Iraq dopo la caduta del tiranno, ovunque si sono sentiti estranei, non riescono a mettere radici, e soprattutto a imparare una nuova lingua.

Non capite cosa significhi non potersi esprimere perché non si conosce la lingua. Quando eravate bambine vi consolavo se piangevate, oggi non posso nemmeno accennare al dolore di aver perso la mia patria e la mia lingua”.

La piuma cadendo impara a volare è la storia intima di una  ricerca, di un sogno chiamato patria, ma soprattutto della consapevolezza e del significato di essere a casa.

Sono diverse prospettiche che si intrecciano nella stessa sfera familiare: la patria e  ciò che rappresenta per  i genitori di Aida che hanno sofferto la guerra 

“La guerra ha lasciato cicatrici nella nostra lingua” disse una volta a proposito del dialetto iracheno. Malgrado la guerra fosse conclusa, continuava a portarsela dentro”. 

La lingua, che identifica l’appartenenza, essere parte di un luogo, di una tradizione, di un credo. 

Sono pagine dure e commoventi, La piuma cadendo impara a volare è un viaggio interiore, intimo, che esplora i recessi più profondi di anime alla ricerca di sé stessi. 

La patria assomiglia al miele: è dolce, ci guarisce ed è eterna, se impediamo che si rovini”

Usama Al Shahmani attraverso questo viaggio intenso ci insegna in qualche modo a rendere ogni caduta un volo, come è accaduto per la giovane Aida, un libro infinitamente delicato di grande impatto emotivo, in cui si mescolano i rapporti  generazionali conflittuali tra genitori e figli, tra campi profughi, macerie esistenziali, bambole della pazienza e alberi abbattuti, tra fughe e false identità per giungere a un’unica verità, che sfati il dubbio e la paura, e  guardare il cielo a occhi aperti e a trasformare la caduta in volo.

Usama Al Shahmani

Usama Al Shahman Nato a Bagdad nel 1971, Usama Al Shahmani si è dedicato alla letteratura e alla poesia araba, pubblicando alcuni saggi. Rifugiato in Svizzera anche a causa di una
piéce teatrale che criticava aspramente il regime iracheno, ha tradotto in arabo pensatori del calibro di Schleiermacher e Habermas. Pubblicato a Zurigo nel 2018, In terra straniera gli alberi parlano arabo
è stato ristampato ben dieci volte e si è conquistato la menzione speciale dell’Associazione librai quale uno dei migliori libri dell’anno

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