
Titolo La SignorinaAutore: Ivo Andrić
Edizioni: Bottega Errante, 2022
Pagine: 272
Traduttrici: Dunja Badnjević, Manuela Orazi
Recensione di Loredana Cilento
Uno degli ultimi giorni di febbraio del 1935 tutti i quotidiani di Belgrado riportarono la notizia che al n. 16 di via Stiska era stata trovata morta la proprietaria di casa. Si chiamava Rajka Radaković, era nata a Sarajevo e viveva in quella palazzina da quindici anni, in un totale isolamento; un’anziana signorina solitaria, nota per essere avara e bizzarra.
La Signorina, romanzo del 1945 del Premio Nobel Ivo Andrić, ripubblicato da Bottega Errante Edizioni, con la traduzione di Dunja Badnjević e Manuela Orazi, è la storia di una profonda e atavica avarizia della sarajevese Rajka Radaković che con la bancarotta del padre, promette di essere oculata e risparmiare all’inverosimile.
L’infanzia, la prima infanzia di cui i filosofi e i poeti dicono sia il periodo più felice della vita di ogni uomo, quel tempo dell’innocenza in cui non sappiamo né cosa sia il denaro né lo sforzo per guadagnarlo, quell’infanzia per lei non è mai esistita.
Un rapporto speciale con il padre che si consolida nel suo ricordo mantenendo la promessa data, cominciando sin da subito, alla sua morte, con piccoli adeguamenti alla vita quotidiana: non si riscalderanno le stanze poco abitate e soprattutto con il licenziamento della servitù, in ogni angolo, in ogni singola cosa iniziava ad annidarsi sporco, tristezza e oscurità.
Sarajevo intorno al 1906! Una città in cui si incrociano le influenze, si mescolano le sfere culturali e si scontrano diversi modi di vivere e desideri contrastanti. Ma tutte quelle diverse classi, religioni, nazionalità e gruppi sociali hanno in comune una cosa: tutti hanno bisogno di soldi, molti di più di quanti non ne abbiano.
La Signorina non è soltanto la storia intima di una avara donna, imperturbabile di fronte alle richieste di aiuto in denaro in virtù di una povertà che dilaga in quel periodo, ma è anche il ritratto storico di un decennio che vede protagonisti serbi, bosniaci, all’alba della Prima Guerra Mondiale, e l’assassino dell’arciduca erede al trono Francesco Ferdinando, in Bosnia, evento che va intrecciandosi a pochi metri da una passeggiata della Signorina. Il ruolo imprescindibile degli eventi storici si mescola perfettamente alla vita della Signorina. La miseria, la devastazione, le morti di innocenti, carestie e privazioni in uno scenario dove i serbi si avvicinano a Sarajevo nell’autunno del 1914, sfollando gli abitanti nelle zone interne.
Dopo essersi infiltrata in tutte le case, in tutte le attività e in tutte le imprese, la guerra si è tolta la maschera e ha mostrato, in queste giornate grigie, il suo vero volto. Non è più quel movimento esaltato di folle, quella voglia di distruzione simile all’impulso della creazione; miseria e maledizione regnano su tutto ciò che vive, sugli oggetti inanimati e, soprattutto, sull’uomo.
Ivo Andrić riesce a ritrarre un quadro storico e personale, talmente intimo e profondo con una tale eleganza di stile di scrittura, che il lettore non può far altro che leggere e leggere, appassionandosi alla vita a Sarajevo e alla morte a Belgrado (dove poi è morto l’autore), dell’avida Rajka Radaković, dalla figura aspra e magra, fasciata nell’ immancabile cappotto nero e dalla postura dritta e sicura, e dove nella profonda mestizia di ogni ruga c’è l’oscurità, un fondo nero e melanconico.
Ivo Andrić. Scrittore serbo, è il primo rappresentante della letteratura slava meridionale ad essere insignito del premio Nobel (1961), destando l’interesse di un pubblico internazionale. Nato a Travnik (Bosnia ed Erzegovina) nel 1892, trascorre la maggior parte della sua vita a Belgrado, dove scrive le sue opere più note e dove è sepolto. È politicamente attivo da quando, terminati gli studi, viene eletto presidente del Movimento progressista serbo-croato. Si dedica alla carriera diplomatica, soggiornando in diverse città europee e approfondendo nel contempo la vocazione letteraria. Risale agli anni Trenta la pubblicazione di alcune novelle e al 1945 quella dei due romanzi maggiori, La cronaca di Travnik e Il ponte sulla Drina.Muore a Belgrado nel 1975. Dello stesso autore per Bottega Errante Edizioni sono usciti nel 2017 In volo sopra il mare e altre storie di viaggio, nel 2020 il romanzo La vita di Isidor Katanić, nel 2021 Litigando con il mondo.
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