Anime di Roy Chen – Casa Editrice Giuntina

Titolo: Anime

Autore: Roy Chen

Edizioni: Giuntina, settembre 2022

Pagg:336

Traduttori: Shulim Vogelmann e Bianca Ambrosio

Recensione di Loredana Cilento

“Ai giorni nostri, si butta via il cibo in grandi quantità, ma i libri ancora no. Al massimo, si lasciano su una panchina e poi qualcuno se li prenderà. Non ho paura che il mio libro rimanga nella polvere per generazioni, verrà un giorno che troverà il suo salvatore.”

È da pochi settimane in libreria Anime dello scrittore, traduttore e drammaturgo israeliano Roy Chen per la casa editrice Giuntina, con la splendida traduzione di Shulim Vogelmann e Bianca Ambrosio, un libro che ci trasporta lungo quattro secoli seguendo le anime reincarnate di “Ghetz e di Ghittel” fratello e sorella di Chorbitza, Confederazione polacco-lituana, all’ inizio XVII secolo, in un’ atmosfera irreale tra i racconti e le leggende yiddish, per giungere nella Repubblica di Venezia nel 1720 con Ghedalia e la giovane Gheyle, per poi arrivare a Fes, in Marocco nel 1856 dove imponente la costruzione teatrale ci fa conoscere i due amanti Gimol e Graviel. Le anime irrompono brevemente a Dachau, Germania, 1942, fino ad arrivare ai nostri giorni tra le pagine di un libro, di una biografia di anime tormentate che si cercano per riunirsi, a raccontare la storie di queste anime è il quarantenne obeso e ossessionato fumatore Grisha con le continue incursioni della madre, immigrata russa e dal suo ebraico stentato, tenta di smentire il figlio e le sue farneticanti storie di reincarnazioni.

“Come dice Sherazade? La mia storia, la si potrebbe scrivere con l’inchiostro sulla linea dell’orizzonte, affinché chiunque sia interessato a imparare una lezione possa leggere e imparare.”

La struttura narrativa di Anime è a dir poco geniale, vivace e soprattutto originale, Anime fuoriesce dalle pagine in cerca di chi le ascolti, rivolgendosi direttamente al lettore in un susseguirsi di prospettive diverse, madre e figlio che si contendono l’attenzione del lettore.

“Sapete chi vince nella guerra? Solo chi rimane vivo. Chi muore perde sempre, non importa di quale parte è.”

Un romanzo potente che affronta una continua lotta identitaria, il senso di abbandono e l’ impossibilità di riconoscersi nella realtà, Grisha è l’emblema di tutto questo, una lotta estenuante con Marina, che non chiama mai mamma, o mama, o mamushka, solo Marina. Menzogna, verità o metafora?

Roy Chen costruisce un romanzo su più piani temporali, alternando la narrazione in prima persona e poi in terza, cimentandosi in vari generi con l’intrusione di elementi della drammaturgia e un guizzo di no sense, nel capitolo relativo a Dachau, capace di suscitare ironia nonostante il senso tragico della situazione. A noi, anime care, non resta che assistere alla diatribica lotta tra i due contendenti, madre e figlio che dispiegano tra le pagine di questo bellissimo libro, un rapporto naufragato molti anni prima, quando Grisha è stato portato via dal padre per ritornare in Israele e l’evidente abbandono della madre lo ha destabilizzato, ma è anche altro…

“È vero quello che Grisha dice, esiste una cosa chiamata «seconda infanzia». Tutti quelli che si sono trasferiti da un paese a un altro paese lo sanno. Un immigrato è come neonato che nasce di nuovo, non sa la lingua, non conosce i posti, ha bisogno di aiuto tutto tempo.”

Tra simbolismo e metafora, Anima è una monumentale opera letteraria di rara bellezza.

Roy Chen è uno scrittore, traduttore e drammaturgo israeliano. La famiglia paterna arrivò in Palestina nel 1492 a seguito dell’espulsione dalla Spagna, la famiglia materna dal Marocco nel XX secolo. Nato a Tel Aviv nel 1980, è cresciuto con un nonno gioielliere e una nonna hostess poliglotta, un altro nonno pescatore e una nonna analfabeta, ma esperta nella sapienza antica del cuore. In gioventù, nell’ambito di una personale rivolta identitaria, Roy ha lasciato la scuola imparando da solo il russo. Negli anni, è diventato un traduttore di letteratura classica dal russo all’ebraico. Ha tradotto Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Cechov, Bunin, Charms e molti altri. All’età di diciannove anni ha iniziato a lavorare in teatro. Dal 2007 è diventato il drammaturgo stabile del Teatro Gesher, uno dei teatri più importanti di Israele. Anime è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

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