
Titolo: Il campo delle pere
Autrice: Nana Ekvtimishvili
Editore: Voland settembre 2022
Pagg: 224
Traduzione di Ruska Jorjoliani
Recensione di Loredana Cilento
“È vero che via Kerč non ha avuto eroi, ma se si considerano che le gesta della città di Kerč furono riconosciute soltanto trentuno anni dopo quegli eventi, non è escluso che un giorno si scopra che anche tra le mura pestifere del Convitto di via Kerč sia vissuto un autentico eroe.
Il campo delle pere è l’esordio letterario della regista e scrittrice georgiana Nana Ekvtimishvili, romanzo inserito nella longlist del Booker Prize 2021, vincitore di numerosi riconoscimenti e già tradotto in molte lingue; in Italia è uscito il 30 settembre grazie alla lungimiranza della ben nota casa editrice Voland e tradotto brillantemente dalla scrittrice e traduttrice Ruska Jorjoliani, (autrice quest’ultima del bellissimo romanzo Tre vivi, tre morti).
Siamo nella periferia di Tbilisi, in un quartiere suddiviso in microrioni che neanche hanno un nome, tranne via Kerč costeggiato da casermoni di stampo sovietico, dove si trova la “scuola dei ritardati”, ovvero un Convitto di sostegno per i bambini con difficoltà mentali e disabilità, inseguito diventato un orfanotrofio che ospita bambini non voluti, immigrati e orfani. Lela ormai diciottenne sogna di vendicarsi del suo insegnante e fuggire da un incubo, fuggire da tutto quell’orrore, ma decide di restare per aiutare i più piccoli, soprattutto Irakli, abbandonato dalla madre e convinto che presto lei tornerà per prendersene cura.
La scrittura chiara, spontanea che ne determina la forza e la potenza della narrazione, di Nana Ekvtimishvili, ci accompagna tra le mura di un ormai fatiscente stabile, di porta in porta, entreremo nella “stanza della storia” nel suo orrore, o nella “stanza dei letti”pericolosa eppure sembra essere l’unica uscita per Lela per dire fine ai suoi fantasmi, ai suoi incubi, attraversando queste stanze si possono percepire le violenze, gli abusi, sono immagini feroci e sconcertanti, che rendono vivida e a tratti cinematografica la prosa di questa straordinaria scrittrice che attinge proprio alla sua professione di regista, per narrare una storia di riscatto e sopravvivenza, in un contesto storico culturale ormai ferito, ridotto a pezzi nella Georgia postcomunista degli anni 90.
Lela la protagonista è una ragazza ormai forgiata dall’istinto di sopravvivenza, è disposta a tutto, anche a farsi carico di proteggere le piccole anime ospitate nell’orfanotrofio. Negli anni, e con l’uscita dei grandi, quelli più ribelli, violenti, il Convitto ha cambiato faccia, Lela sente il silenzio, lontano dalle violenze raccapriccianti che si consumavano nel campo delle pere, lontano dalle urla delle malcapitate, nelle mani dei più grandi. Con il crollo dell’Unione Sovietica il Convitto aveva perso non solo gli arredi scolastici, ma anche il tetto, i balconi, e non vi erano più tanti iscritti, Lela si domanda se, i genitori tutt’a un tratto si fossero ingentiliti e non riuscissero a separarsi dalla loro prole…o forse i ritardati non ne nascano più.
Le giornate sono scandite anche dai racconti degli eroi che hanno soggiornato nel Convitto, quelli che ce l’avevano fatta, tra il vero e il presunto, storie di chi a un tratto era sparito e nell’immaginario collettivo si crea una sorta di mitizzazione degli eroi di via Kerč.
Le prime immagini del romanzo si aprono con la morte del piccolo Sergo e si chiudono con la landa desolata del cimitero, di fronte alle lastre annerite delle lapidi che raccontano con un’immagine chi vi è sepolto, immagini che riportano a una memoria quasi pasoliniana.
Nana Ekvtimishvili con Il campo delle pere ci regala una storia di inimmaginabile bellezza.
Nana Ekvtimishvili
Nata a Tbilisi nel 1978, è scrittrice e regista. Il campo delle pere, suo primo romanzo, è entrato nella longlist del Booker Prize 2021, ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari ed è stato tradotto in diverse lingue. Come regista, il suo lungometraggio In Bloom ha vinto premi ai festival di Berlino, Hong Kong, Tokyo, Parigi, Los Angeles e Sarajevo, ed è stato selezionato per gli Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera.
Ruska Jorjoliani
Nata nel 1985 a Mestia, in Georgia, dal 2007 vive stabilmente a Palermo. Inizia a scrivere dieci anni fa, in italiano. Nel 2009 vince il premio MondelloGiovani SMS Poesia con un componimento dedicato a Dino Campana. Nel 2015 esordisce con La tua presenza è come una città (Corrimano Edizioni), di cui nel luglio 2018 è uscita la traduzione tedesca. Tre vivi, tre morti è il suo secondo romanzo.
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