
Titolo: Kornél Esti
Traduzione di Alexandra Foresto
Postfazione di: Péter Esterházy
Editore; Mimesis, 2022
Collana: ELIT
300 pp.
Traduzione di Alexandra Foresto
Postfazione di: Péter Esterházy
“…– Posso parlare solo di me stesso. Di quello che mi è successo. Che cosa mi è successo, però? Aspetta un attimo. Sostanzialmente nulla. Alla maggior parte delle persone succede a stento qualcosa. Ma ho lavorato molto di fantasia. Anche questo fa parte della nostra vita. La verità non è solo che abbiamo baciato una donna, ma anche il fatto che segretamente l’abbiamo desiderata e abbiamo voluto baciarla. Spesso la donna in sé è la bugia, e il desiderio la verità. Anche un sogno è realtà. Se sogno di essere stato in Egitto, ne posso scrivere il diario di viaggio.
– Dunque sarà un diario di viaggio? – indagai. – Oppure una biografia?
– Nessuno dei due.
– Un romanzo?
– Dio ce ne scampi! Tutti i romanzi iniziano così: “Un giovanotto percorreva una via buia con il colletto rialzato”. Poi si scopre che questo giovanotto con il colletto rialzato è l’eroe del romanzo. Per stuzzicare la curiosità. Terrificante.
– E allora cosa sarà?
– Tutti e tre insieme. Un diario di viaggio nel quale racconterò i luoghi che avrei voluto vedere, una biografia romanzata in cui renderò conto anche di quante volte l’eroe sia morto in sogno. Ma su una cosa non transigo: non lo infarcire di favole sceme di ogni sorta. Che resti tutto così, come s’addice a un poeta: frammenti…”
Questo estratto credo lasci intendere chiaramente cosa sia, o non sia, “KORNÉL ESTI” considerato il capolavoro letterario dell’autore ungherese Dezsö Kosztolányi e che la casa editrice “Mimesis” dopo dieci anni riporta in libreria con la traduzione di Alexandra Foresto e l’eccellente postfazione di Péter Esterházy.
A onor del vero esiste già una precedente edizione di “E/O” ma quella era solo una raccolta parziale delle novelle. Ammesso che così si possano chiamare. E per completezza di informazioni va anche ricordato che un paio di anni fa è stata la casa editrice “Anfora” a riportare in libreria,con il bellissimo “Anna Édes”, Deszö Kosztolányi considerato dai critici l’autore ungherese più influente del ventesimo secolo.
Kornél è il protagonista di tutti e diciotto i racconti(?), o novelle(?), o romanzo(?), o autofiction(?), catalogarlo è alquanto complicato, e il personaggio non è altri che l’alter ego, o il doppio letterario che dir si voglia, dello stesso autore che presenta l’opera raccontando alcuni episodi della vita del “suo amico” Kornél:
“…Eravamo nati entrambi lo stesso giorno dello stesso anno, anzi, alla stessa ora e allo stesso minuto: il 20 marzo 1885, domenica delle palme, alle sei del mattino in punto…”
Spesso l’autore tende a prendere le distanze dal suo personaggio, è altrettanto vero, però, che in alcuni momenti non solo si identifica in lui ma si lascia prendere talmente la mano che ci dialoga pure fino a confondersi con il suo doppio:
“…– Io non so più scrivere – disse. – Io invece so solamente scrivere – ribattei…”
Insomma, per dirla in breve, “Kornél Esti” non è solo un libro difficile da catalogare. È soprattutto una grande opera che si presta a diverse letture dove spiccano le straordinarie riflessioni letterarie dell’autore:
“… – Allora, non è una storia noiosa? – Chiese lui. – È sufficientemente assurda, inverosimile e stupefacente? Farà ben arrabbiare quelli che nella letteratura cercano anche soluzioni psicologiche, intelligenza, insegnamenti morali? Bene. Allora la scrivo…”
“Kornél Esti”, non lo scopro io, è un autentico capolavoro. Un omaggio alla letteratura e alla poesia che Kosztolányi considera superiori alla vita vera tanto che in uno degli episodi dove un amico di Esti è preoccupato per la sorte del figlio che si deve sottoporre a un banale intervento di appendicite, il poeta invece è preoccupato per la sorte della poesia che aveva appena scritto:
“…Il padre si chiedeva se il suo figlioletto sarebbe sopravvissuto. Il poeta si chiedeva se sarebbe sopravvissuta la sua poesia…”
Eccellente. Kosztolányi dedicò tutta la sua esistenza alla scrittura e alla letteratura e capolavori come “Kornél Esti” e “Anna Édes” stanno a dimostrarlo.
Dezső Kosztolányi nasce a Szabadka nel 1885 e muore a Budapest nel 1936. Romanziere, novellista, poeta, giornalista, traduttore e saggista, Kosztolányi è ritenuto da autori come Milan Kundera e Péter Esterházy un maestro assoluto della prosa moderna. Già Thomas Mann, nella lettera-prefazione al suo primo romanzo, scrisse che l’opera di Kosztolányi non era un semplice prodotto della letteratura ungherese, ma apparteneva alla cultura universale. La sua carriera ha inizio come poeta nel 1907, ma è nel 1910 che Kosztolányi s’impone, con Endre Ady e Mihály Babits, come uno dei poeti più letti e popolari del suo paese. Nel 1908, anno in cui pubblica la sua prima raccolta di novelle Boszorkányos esték (Sere stregate), nasce la rivista modernista Nyugat (Occidente), di cui diventerà ben presto uno dei principali collaboratori. Negli anni Venti raggiunge il massimo della notorietà con la pubblicazione tra il 1922 e il 1926 di quattro romanzi: A véres költő (Nerone, traduzione di S. De Massimi, Roma 2016), Pacsirta (Allodola, traduzione e cura di M. Masini, Palermo 2000), Aranysárkány (L’aquilone d’oro), Édes Anna (Anna Édes, traduzione di I. Stux e F. Radelli, Milano 1937; ora Anna Édes, traduzione di A. Rényi, Milano 2012). Tra il 1928 e il 1936, cerca altre forme. Da una parte riprenderà elementi del romanzo picaresco dando vita al ciclo di Kornél Esti, pubblicato nel 1933 (Esti Kornél, Budapest 1933); dall’altra concentrerà al massimo la materia narrativa: da qui le sue ultime raccolte di novelle brevi, note, riflessioni diaristiche, molte delle quali pubblicate solo dopo la sua morte.
👌👌
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