“Perciò la nostra eroina affronta la vita con svagato coraggio, trattando la tristezza come una ferita da cicatrizzare, e a capirla, la vita, non ci prova piú. Nulla di ciò che ha fatto fino a oggi le sembra un atto volontario, un reale bisogno, un obiettivo cercato, un desiderio realizzato. ”
Potevo lasciarmi sfuggire il ritorno di Niccolò Ammaniti a otto anni dal suo ultimo libro, Anna? Ovviamente no.

Titolo: La vita intima
Autore: Niccolò Ammaniti
Editore: Einaudi
Pagg:312
Recensione di Loredana Cilento
Otto anni prima lo scrittore, regista e sceneggiatore, Niccolò Ammaniti, aveva incarnato i panni di una ragazzina rimasta orfana dopo la morte dei genitori, anzi di tutti gli adulti, colpiti da un misterioso virus: oggi, dalla distopia di Anna ritorna alla mondanità della sua nuova eroina Maria Cristina Palma, la donna più bella del mondo.
Questa storia ha inizio con il maldestro Mirko Tonik, personal trainer di Maria Cristina, che lascia cadere un disco di ghisa sul divino alluce della moglie del Presidente del Consiglio Domenico Mascagni Di lì a poco una serie di eventi, coincidenze – se vuoi anche sfighe – investono l’intoccabile donna più bella del mondo: dal fortuito incontro con una vecchia fiamma, Nicola Sarli amico del suo defunto fratello, a un video inoltrato dallo stesso Sarli che la vede interprete di un filmino amatoriale molto hot!
Maria Cristina Palma è contornata da assistenti che la giudicano frivola senza spina dorsale, guardie del corpo, e un misterioso esperto di social media il Bruco, capo dell’AP Tea, famoso tra i gamer di tutto il mondo perché ha sconfitto da solo Ragnaros, un boss invulnerabile del videogioco World of Warcraft.
“…un golem costruito a tavolino da un team di esperti, programmata dal Bruco, il social media manager di Mascagni, per essere l’incarnazione della perfetta moglie di un premier. Bella e muta.”
L’angoscia di salvaguardare la vita politica del premier la getta in uno stato di frustrazione e terrore, diventa paranoica, ansiosa, non si fida più di nessuno, a parte il suo amico fraterno Luciano, il tuttofare di casa Mascagni, con il quale è cresciuta nella tenuta dei nonni dopo la morte della madre, Teresa Sangermano, di ricca famiglia siciliana, abbandonata dal marito l’alpinista friulano Bebo Palma. Figura assai controversa questa della madre di Maria Cristina, che la sprona a dare il massimo ad avere coraggio anche se sceglie modi poco ortodossi.
“Ricorda che questa bellezza non te la sei conquistata. È un dono che ti abbiamo fatto io e tuo padre e devi saperla portare, proprio come il vestito da reginetta. Oggi, se fossi stata spiritosa, te ne saresti fregata degli altri e avresti fatto vedere a tutti chi era la regina della festa. La bellezza, senza coraggio, è un guaio. Proprio perché sei bella non verrai presa sul serio e ti dovrai impegnare cento volte di piú delle altre per dimostrare che sei intelligente, profonda, per non essere usata e trattata come una scema dagli uomini.
Dietro questo suo ultimo libro credo ci sia un grande lavoro psicologico, una costruzione salda dei personaggi: l’infido Bruco, figura misteriosa disposta a tutto per i sondaggi, per creare un mondo perfetto di apparenze;
Stefania Subramaniam la parrucchiera indiana un po’ sciamana con un piccolo negozio con foto di santoni inconciliabili con quelli di Maria De Filippi o Padre Pio, eppure questa donna riesce a far breccia nella timorosa Maria Cristina che deve affrontare un’intervista con la temibile Mariella Reitnerm.
“La paura finisce dove comincia la verità.”
Maria Cristina ha bisogno di questo, di semplici gesti umani, veri, sinceri, nel mondo patinato in cui per anni è vissuta sempre sul chi va là, lei si è persa e per ritrovarsi dovrà solo dire ciò che sente.
Maria Cristina ha sulle sulle spalle il peso della tristezze, una vita costellata di lutti: sua madre, suo fratello, il suo primo marito. una paura ancestrale di perdere le persone che ama.
“Non esistono spazi protetti. Dobbiamo difenderci. Costruirci una corazza impenetrabile. Come i ricci.”
Niccolò Ammaniti ha una scrittura invidiabile, l’uso delle similitudini, la narrazione nella narrazione, le brevi incursioni personali rivolte al lettore, Ammaniti riesci a entrare nella psicologia di una donna, nel suo mondo interiore, vista da ogni angolazione ma non solo, scoperchia con la sua leggendaria e sferzante ironia vizi e virtù dell’Italia di oggi e forse anche di domani. sarà la sua vocazione nel cinema, sarà semplicemente la sua genialità ma Ammaniti ci porta su un set cinematografico ancor prima che tra le pagine de La vita intima.
“Abbozzava storie e le buttava via sostenendo che il presente non è degno di essere raccontato, il passato è già stato raccontato da autori piú grandi di lui e il futuro è buono per le mezze pippe.”
C’è forse un po’ di lui nelle elucubrazioni del primo marito di Maria Cristina, uno scrittore capace di tirare fuori storie dal nulla, di costruire castelli mentali abitati da personaggi immaginari e trasferirli su carta rendendoli vivi e amati dai lettori.
NICCOLÒ AMMANITI ha pubblicato Branchie (1994), Fango (1996), Ti prendo e ti porto via (1999), Io non ho paura (2001), Come Dio comanda (2006), Che la festa cominci (2009), Io e te (2010), Il momento è delicato (2012) e Anna (2015). Per la Tv ha scritto e diretto le serie Il miracolo (2018) e Anna (2021).
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