Creature della foresta di Laura Ortiz Gòmez – Granvia edizioni

Tesoro, sii paziente. Sabato andiamo dalla tigre e la portiamo a fare un giro. Deve farci un favore e poi sarà libera. Anche io e te siamo in gabbia. E abbiamo bisogno del suo aiuto per aprirla. Ci libereremo tutte insieme. Adesso dormi.

Titolo: Creature della foresta

Autrice: Laura Ortiz Gòmez

Editore: Granvia,2023

Pagg:126

Traduzione di Monica R. Bedana

Recensione di Loredana Cilento

In una terra rurale, inasprita dalla guerra, dalla violenza dei paramilitari, la giovane scrittrice colombiana Laura Ortiz Gòmez, con i suoi novi racconti intitolati Creature della foresta – già vincitrice del Premio Nacional de Narrativa Elisa Mújica -, edito da Granvia e tradotto da Monica R. Bedana, ci accompagna in una Colombia affranta ma capace di rimettersi in piedi, magari su una pista da ballo o attraverso la musica di un massiccio percussionista, donne che si sostengono prendendosi cura a turno di una tigre che servirà per passare la frontiera con l’Ecuador, oppure attraverso la necessità di imparare a leggere per scoprire una verità legata al proprio passato.

Una geografia umana che nella disperazione e nel tormento della violenza tenta di inerpicarsi sulla vetta della libertà: libertà che hanno trovato gli schiavi di San Basileo, il primo paese di schiavi liberi in America, che vendono, ora, dolci ai gringos e ai turisti: in un’atmosfera sonnacchiosa della siesta a raccontarsi frammenti di vita, Kayin sogna la musica insieme al suo Bruno, un biondino argentino che lo allontana dai pettegolezzi di paese per raggiungere la città perfetta al momento giusto, gonfia e sghemba come il tronco della ceiba, liberi di suonare e di amarsi.

I nove racconti della giovane autrice di addensano e si aggrovigliano nel cuore del lettore, che ne percepisce i sensi, l’inquietudine e le lacrime dei personaggi, come la piccola Milena angosciata dalle lacrime di una madre che sparisce di notte, che vende i suoi sacchi di coca per pochi spiccioli mai abbastanza per sfamarsi, ma, nella segretezza dei suoi brevi abbandoni, riuscirà a salire sul traballante camion che le porterà alla frontiera, solo dodici ore di cammino le separano dalla libertà.

Aita e i suoi morti, Aita e il silenzio del cimitero, Aita che li veste e li prepara, perché nei morti lei trova pace, fino a quando la pace cessa con l’arrivo di un bar, frastuoni che interrompono la sacralità di quel posto, il rumore è nemico della memoria.

Uno crede che la guerra sia come i film d’azione. Invece no. È quieta. Anzi, monotona. Fanno morire gente su gente e ancora gente, ma la guerra continua. E allora intuisci che non dipende nemmeno dal genere umano. Che non è questione di vincere. Né di nemici.La guerra non ha a che fare con niente. È un buco che sputa morti.

Jeremias, che nulla sa, che nulla vede, trova una cassa di legno, forse un tesoro di guerra, pensa, ma in realtà è una specie di capsula della memoria, che custodisce il passato della sua giovane madre, felice in una foto scattata al mare, con il suo costume fucsia ebbra in una scatto segreto, e una lettera che non sa decifrare, le parole ballano confusamente davanti ai suoi occhi increduli e curiosi, e così decide che deve imparare a leggere, bussa ad ogni porta, di paese in paese, una parola per volta, fino alla più irreale, dolorosa parola: ucciso.

Spinto dalla furia, scende in paese a cercare la sua maestra. Quando la troverà, le dirà: Adesso sì che mi deve insegnare a leggere.

La contemporanea letteratura latinoamericana ci regala, negli ultimi tempi, un parterre di voci femminili che raccontano, con una scrittura mai idealizzata, ma vivida, a volte rude e aspra, la realtà sociale in un clima più che ostile: Laura Ortiz Gòmez, con la fluidità di un linguaggio poetico e ispirato, traduce gli stati d’animo delle sue creature, unite da un filo invisibile: una terra esacerbata dal paramilitarismo, dalla disgregazione, dalla guerra civile, ma che alla luce di questo dolore, brilla la speranza e il desiderio di ritrovarsi e di riscattarsi, illuminandoli, consacrandoli alla salvezza.

Laura Ortiz Gómez è nata a Bogotá nel 1986. Creature della foresta, la sua prima raccolta di racconti, ha vinto il Premio Nacional de Narrativa Elisa Mújica

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