Il mondo è un’altra cosa di Jacopo Zonca – Epika edizioni

Il mondo è un’altra cosa di Jacopo Zonca

Epika edizioni, 2020

Pagg:188

Genere: Racconti

Recensione di Loredana Cilento

In questo mestiere bisogna stare in equilibrio fra la passione e il menefreghismo. Non è facile, perché ci investi tanto, sia in termini economici che emotivi. I mestieri artistici sono pericolosi, perché ne fai la tua ragione di vita, cosa succede se poi rimani deluso?”

Un insegnate distrutto dalla sua perdita incolmabile che sostituisce con una finzione; un estremista che insegue il sogno della purezza; criminali serbi; una donna ossessionata dalla sua lavatrice; una misteriosa titolare di una videoteca, sono i protagonisti policromatici della nuova raccolta di racconti di Jacopo Zonca Il mondo è un’altra cosa edito da Epika Edizioni-

“Per Sara osservare il cestello che gira oltre il vetro dell’oblò della lavatrice non è solo una tranquilla routine, è una vera e propria ossessione che fin da bambina la tormenta. In quel moto circolare, chissà come, vede rispecchiato l’andamento della vita: segue un cerchio, a volte va veloce, rallenta, si ferma e poi riparte per ricominciare tutto dall’inizio”

I sei personaggi sono molto diversi tra loro ma accomunati dallo stesso male di vivere, proiettati nelle loro paure e inquietudini, sofferenti per le loro mancanze, si riversano in un mondo quasi parallelo per riuscire a emergere da un torpore claustrofobico che annienta l’anima.

Il mondo è un’altra cosa sono racconti spietati, crudi, sfumati da una ironica venatura noir, come nell’ultimo racconto Sapone + in cui Sara ossessionata dalle lavatrici a causa di un grave lutto cerca di ricomporre la sua vita, ma le crepe dell’esistenza si possono lentamente riaprirsi.

Sono talvolta bisogni ancestrali che non riescono ad essere placati, ne è un chiaro esempio la titolare della videoteca nel racconto Video Planet, una ragazza che cerca di vivere la sua vita in modo normale, innamorarsi, avere dei figli, ma non sempre quello che desideriamo lo otteniamo.

“Le cose passano, il tempo scorre a grande velocità e io, invece che avere un carattere forgiato da anni e anni di esperienze, invece di avere un guscio psicologico e una sicurezza per vivere bene, mi sentivo sempre fuori posto, in ogni epoca, e questo mi faceva sentire estremamente sola.”

Solitudine, malessere intimo e la perdita degli affetti sono i veri fardelli che piegano l’anima straziata dei protagonisti che solo attraverso la violenza riescono a placare la sofferenza che li attanaglia.

Sono i mostri che albergano dentro e che trasformano un modesto insegnante in un folle picchiatore di studenti, la rabbia che sale e che esplode come un proiettile e implode all’umiliazione, alle risate una verità che si mostra inesorabile davanti al dolore.

“Perché ridete?» domando in generale alla sala, come se fossi un attore su un palcoscenico, mentre sento la rabbia che monta dentro di me e le dighe che cercano di arginare il mio dolore fanno fatica a trattenere questa nuova ondata.

Il male di vivere è il vero e indiscusso protagonista di questa suggestiva, a tratti surreale, raccolta di racconti che Jacopo Zonca descrive abilmente sviscerando i sei personaggi che cercano di colmare vuoti esistenziali incolmabili.

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Eugenio Montale

Jacopo Zonca è nato a Parma nel 1991, coltiva fin da bambino la passione per il cinema e la lettura. Dopo il diploma si trasferisce a Roma dove studia cinema e in seguito recitazione.
A teatro ha lavorato come attore, aiuto regia e drammaturgo. È autore di monologhi che ha anche diretto e interpretato.

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