Il Circolo delle Donne Farfalla di Fiori Picco – Edizioni Fiori D’Asia

Titolo: Il circolo delle donne farfalla – Mugao e Bhaktu

Autrice: Fiori Picco

Editore: Fiori d’Asia settembre 2022

Pagg: 270

Genere: Formazione

Recensione di Loredana Cilento

“Per le donne Dulong gli anni erano trascorsi con la lentezza di una lumaca, come se, tra il fitto degli alberi e avvolte dall’odore balsamico degli aghi di pino, non avessero mai avuto ben chiara la concezione del tempo. Si erano viste poco a poco sfiorire, e le farfalle scure sui loro visi abbronzati si erano raggrinzite come i petali appassiti di un fiore. Nei loro cuori ormai regnava la rassegnazione. Non erano mai state capaci di protestare. Pensavano di non avere diritti né valore, e di certo ignoravano di essere preziose. Erano le ultime testimoni di una civiltà antica e tribale, la cui memoria doveva essere preservata.”

Siamo nella Cina meridionale, tra Tibet e Birmania, 2016, la giovane volontaria e assistente sociale Mila è inviata dal Governo distrettuale nella Gorgia del Nujiang, per assistere e accudire le ultime quattro Vazi, testimoni del barbaro rito del Mugao e Bhaktu, una cerimonia sacrificale a cui ogni ragazza doveva sottoporsi per essere considerata libera. Paradossalmente la tortura conduceva a uno stato di grazia e di incolumità, il motivo per cui le giovani donne Dulong erano sottoposte a tale tortura verrà svelato a Mila nella conclusione dell’opera, magistralmente scritta dall’autrice Fiori Picco, che ha dichiarato: “Ho scritto questo libro con l’intento di lasciare una testimonianza di ciò che è avvenuto e di ciò che è rimasto da tramandare. L’importanza della memoria deve essere inculcata nei giovani affinché non siano dimenticate le proprie origini.”

La giovane Mila prende molto a cuore le quattro nonnine che sfiorano il secolo di vita, una vita di stenti e privazioni, vissuta in uno stato di assoluta letargia, indolenti e incapaci di ribellarsi alla gerarchia machista e prepotente di mariti e padri.

“Quand’ero piccola mio padre mi diceva che, se mi fossi lasciata tatuare la farfalla in faccia, da vecchia non si sarebbero notate le rughe…
Ma non è vero! Adesso sono brutta e raggrinzita!»
«Sei bella e dolce, Vazì. Bisogna accettare gli anni che avanzano.»
«Per me si avvicina l’ora di partire… Però sono serena, perché Mugao è impressa sul mio viso.”

Le quattro Vazi dagli occhi piccoli, scuri e infossati, e quei visi completamente tatuati, hanno una memoria da difendere, credenze da proteggere, e ricordi da tramandare, Mila, grazie anche all’aiuto del buon capodistretto Luo, un uomo che ha dedicato tutte le sue risorse per salvaguardare la cultura etnica, anche attuando grandi progetti di modernizzazione una zona del Nujiang. impervia e priva di infrastrutture: il primo passo verso una vita più confortevole è stata l’approvazione, dal Governo centrale, del Circolo delle donne Farfalla.

Puma, Cina, Grisa e Duna le abbiamo conosciute attraverso gli occhi commossi di Mila, attraverso la scrittura di Fiori Picco, attraverso i racconti mistici e spirituali, credenze e culto, tra il demone della montagna Qibolang e l’animo inquieto del Bolang. 

Puma Nanmusa, la vecchia sciamana del villaggio dei Dulong, custode della sapiente arte della guarigione, Nanmusa, la strega guaritrice.

Cina la tatuatrice, che per prima ha subito il Bhaktu, figlia di un padre prepotente e anaffettivo, Cina, la più veneranda tra le vazi, è un riccio smarrito, un’anima ferita e malinconica.

Grisa esperta di erbe, infusi e decotti non possiede la competenza delle sciamane, selvaggia, introversa e taciturna, chiamata la Cornacchia, una vecchia un po’ matta, traumatizzata sicuramente dell’abominio del Mugao.

E infine, ma non ultima, Duna la tessitrice a lei il compito di tessere le variopinte coperte yodo, famosi plaid Dulong strisce multicolori come raggi di sole, avevano una doppia funzionalità: tuniche di giorno e coperte per le gelide notti invernali del Nujiang

Nonostante il dolore, le tragedie, che hanno colpito ognuna di loro, la forza e la determinazione, ma soprattutto la rassegnazione, le quattro vazi hanno tramandato per quasi un secolo la loro storia.

“Le donne sono destinate a Mugao e al ramo spinato. Gli uomini sono nati per lottare con i tori.”

Il Circolo delle donne Farfalla è anche la storia della sua voce narrante, Mila, degli stereotipi e dell’ignoranza sociale che spinge le persone a nascondere la propria diversità di genere dietro la maschera del convenzionalismo, abbracciando uno status identitario diverso, solo per la paura dei pregiudizi; Meiling, la madre di Mila, libera finalmente la sua anima e la sua nuova identità.

Il Circolo delle Donne Farfalla è una splendida lettura, un focus alternativo alla narrativa di genere che rappresenta un’immagine vivida della cultura di un popolo fortemente credente e fedele alle proprie tradizioni, il tutto avvolto da un’aura di misticismo e forte spiritualità.

Un libro semplicemente bellissimo!

 Fiori Picco, nata a Brescia il 7 marzo 1977, è sinologa, scrittrice professionista, traduttrice letterari ed editrice. Ha vissuto otto anni in Cina, dove ha insegnato cultura europea presso la Normal University della città di Kunming e ha svolto ricerche antropologiche. Dal 2007 è autrice SIAE trilingue e dal 2011 traduce opere di autori asiatici. Ha scritto una raccolta di racconti bilingue e sei romanzi, di cui uno in lingua cinese. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali per la narrativa e per la traduzione, tra cui il Jacques Prévert 2010, il Magnificat Arte e Cultura 2014, il Caterina Martinelli 2017, Il Premio speciale Città di Latina e l’Argentario 2020. Nel 2016, dalla Regione Lombardia, le è stato conferito lo Standout Woman Award per la cultura. Nel 2018 in Cina, al congresso internazionale di scrittori e sinologi, è stata insignita del titolo di “Friend of Chinese Literature”. Recentemente, con Fiori d’Asia Editrice, ha pubblicato i romanzi “Giada Rossa– Una vita per la libertà”, “Yao” e la versione in cinese “Yaowang”.

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