
Titolo: E quello sguardo Blues…
Sottotitolo: Altri sei racconti fra la via Aurelia e il Mississippi
Autore: Marco Di Grazia
Edizioni: Augh!
Pagine: 126
Recensione di Loredana Cilento
Il Blues non era solo musica da ascoltare, il Blues era vita
Musica e narrativa, un connubio quasi imprescindibile, due facce della stessa medaglia: la musica, infatti è pura narrazione attraverso note e parole, lo sa bene Marco Di Grazia che torna il libreria, dopo Fra la via Aurelia e il Mississippi, con altri sei racconti, E quello sguardo Blues, edito da Augh! Edizioni, un fil rouge della precedente raccolta.
Il primo dei sei racconti ci porta in Toscana, in un paesino immerso nel verde, in una terra antica, una terra di passaggio, l’arrivo della ragazza dalla treccia bionda e il suo bambino con un libro sempre in mano, è una ventata di Blues, Lady che cantava il Blues, una storia di musica, di dischi, di passione, ma anche di violenza e dolore.
Una parola nuova, da subito familiare e con la forza rivoluzionaria di chi può cambiarti la vita. Questo fu l’inizio dell’estate 1975: Lady cantava il Blues e noi stavamo lì ad ascoltarla.
Preacher Jack, il predicatore e la sua canzone che annuncia la sua vendetta contro quei bianchi assassini, contro un razzismo assurdo e becero, ma a volte il male ti rende schiavo, in cerca di nuove vittime.
Preacher Jack had a little wife, sweet and small like a rabbit
Preacher Jack had a little wife, sweet and small like a rabbit
Now she is buried in a cypress grove.
L’affascinante Imperatrice Bessie Smith, ingaggia due detective molto blues per difendersi dal Ku Klux Klan
Sentii che respiravo un’aria che faceva provare caldo e freddo allo stesso tempo, sentii una supplica inebriante farsi strada dentro di me a ritmo di quella musica chiamata Blues, la musica di Bessie Smith.
E infine vorrei citare l’ultimo dei sei racconti Sonny Dinero, il giovane portoricano che insieme alla famiglia rincorre il sogno americano, ma tale resta, Sonny però è ancora convinto di poter raggiungere il benessere, tra corruzione e malavita, e la ricerca di un futuro migliore.
…risente il canto caldo e sensuale di quella ragazza, così come la chitarra e l’armonica che accompagnano con malinconica dolcezza quelle parole:
and the old people told me, but I never did know.
Le note blu riecheggiano pagina dopo pagina in questa raccolta che con la precedente segue la struttura delle dodici battute, dodici racconti.
I racconti di Di Grazia sono molto Blues, hanno in sé quella malinconica affinità con le note nate dagli afflitti, da chi cerca il riscatto in una società che gli ha privato delle certezze, dove regna l’ingiustizia. I toni sono sì malinconici ma mai sentimentalisti, il Blues di Di Grazia è vibrante, intenso a volte sarcastico, a volte è solo una blue note lasciata sospesa tra le righe dell’esistenza.
Marco Di Grazia è nato a Pescia (PT) nel 1969 e ha esordito negli anni Novanta come sceneggiatore di fumetti. Ha pubblicato i romanzi L’Ottavina di Dio (Città del Sole Edizioni, 2008) e Democracia Futebol Clube (Alter Ego, 2016), scritti a quattro mani con Francesco Villari; Le curve della memoria (Fucine Editoriali, 2019) insieme a Bruno Soldatich; l’ebook Li chiamavano Coppi e Bartali (2020) e i racconti Fra la via Aurelia e il Mississippi (Augh!, 2018), cui ha fatto seguito il recital live My God is Blues. Con il disegnatore Cristiano Soldatich ha realizzato nel 2017 L’uomo che custodiva la musica, fiaba fantasy illustrata e nel 2019 la graphic novel Cinque minuti due volte al giorno, dedicata a Chet Baker.
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