Napoli, la cultura dei libri

“Nel mezzo della città si apre via Spaccanapoli, un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l’enorme agglomerato. È il cuore della città e di questa babele della storia. Qui visse e morì il grande Benedetto Croce“.
Queste le parole di Stanislao Nievo, contenute all’interno del romanzo “Il prato in fondo al mare” per descrivere la caratteristica Spaccanapoli tra piazza S. Domenico e via Duomo, qui si respira la storica vocazione culturale di questo tratto di Spaccanapoli, dove numerose erano le botteghe di librai.

Port’Alba

Una targa riportata sulla facciata del cinquecentesco palazzo Marigliano (al N. 39) riassume l’arte dei maestri librai:
“Qui presso la casa di San Gennaro sorgeva la basilica augustale
e qui ebbe origine l’arte dei maestri librai”.

San Gennaro Olmo n39

Un’arte coltivata e diffusa dalle numerose botteghe di librai che furono aperte nella zona, commercianti e librai provenienti da tutta Europa, aprirono botteghe e negozi di libri, anche se restano ancora diversi librerie, oggi le molte botteghe sono state sostituite dai negozi di pastorai e presepiai sempre affollati di turisti.

Al N. 81 si trova l’ospedale delle Bambole, storica bottega creata alla fine dell’800 dallo scenografo teatrale Luigi Grassi per riparare pupi e burattini, da ormai quattro generazioni di restauratori di bambole

Ospedale delle bambole n81

La chiesa di San Gennaro all’Olmo è nota anche perché vi è stato battezzato il filosofo Giambattista Vico residente nella vicina San Biagio dei librai

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