Titolo: Il blues del ragazzo biancoAutore: Paul Beatty
Traduzione: Nicoletta Vallorani
Edizione: Fazi collana le strade
Pubblicazione: 28 settembre 2017
Pagg.220
“Perseguendo l’uguaglianza, noi neri abbiamo tentato di tutto. Abbiamo implorato, ci siamo ribellati, ci siamo divertiti, abbiamo praticato i matrimoni interrazziali, eppure ancora ci trattano di merda.”
-Il blues del ragazzo bianco è la storia di Gunnar Kaufman. Ultimo discendente di una dinastia di «devoti leccaculo servi dei bianchi» – un padre ufficiale di polizia e una madre autoritaria che canta le lodi dei suoi discutibili antenati –, Gunnar passa da un’infanzia serena e priva di tensioni razziali a Santa Monica al traumatico incontro con Hillside, un ghetto nero di Los Angeles. Giocatore di basket e poeta, dopo una dura iniziazione a base di pestaggi a opera delle gang locali riesce a inserirsi nella comunità, e da outsider diventa poco a poco idolo delle folle, in una strenua battaglia contro tutte le certezze della società americana.-
Il blues del ragazzo bianco è il romanzo di formazione di Paul Beatty, vincitore del MAN BOOKER PRIZE 2016, in tutte le librerie dal 28 settembre edito da Fazi dopo la sua uscita nel 1996.
Gunner Kaufman cresce a Santa Monica con le sue sorelle e sua madre, frequenta una scuola di ragazzi perlopiù bianchi, e cresce lontano dalla cosiddetta “negritudine” , ovvero la quintessenza del servilismo negro.
Gunner è diverso dagli altri neri, è soprattutto il nero figo… si perché il modo per distinguersi era proprio essere diverso:
“Io ero il nero figo che faceva ridere. A Santa Monica, come nella maggior parte dei santuari prevalentemente bianchi protetti dalla degenerazione urbana, «nero figo» è un’espressione versatile usata per distinguere l’innocuo maschio nero dal giovane delinquente caucasico”
Ma cos’è il bianco?
“Bianco era l’espulsione dei colori appesantiti dall’autocoscienza e dal pigmento.”
E il nero?
“Nero è il suono di catene di metallo trascinate in preda alla paura, con la camicia mezza tolta, avvolta a hula-hoop intorno al collo.”
Non solo humor e bella presenza, Gunner è un bravissimo poeta e un futuro giocatore di basket.
Un viaggio lungo tutta la sua adolescenza, da Santa Monica a Hillside, da ragazzo bianco fino ad abbracciare la sua natura afro-americana e scendere nei ghetti ed entrare nel complicato circuito delle gang nere. Gunner conoscerà Scoby un talentuoso giocatore di pallacanestro e la loro amicizia sarà indivisibile fino alla fine.
L’irriverenza di Gunner è in tutto anche di fronte alla nascita di sua figlia nel parco pubblico.
«Che genere di nero permetterebbe a sua moglie di fare un figlio nel parco?».
Paul Beatty attraverso un linguaggio forte e senza formalismi ci regala uno spaccato di vita sincero con un risvolto amaro, Gunner poeta e demagogo fomenta la folla con ciò che essa vuole:
“Li ho imboccati con una pappa di scemenze, ho svelato l’oblio in cui versa l’esistenza dell’America nera e l’inutilità delle nostre battaglie. Mi hanno ricambiato con un’obbedienza fanatica da gregge”
L’affermazione della propria identità è tutto e dimostrarlo diventa quasi un’ossessione, e ci si spinge fino all’estremo, fino al nulla.
Le discriminazioni dall’uno o dall’altra parte esacerbate dall’odio razziale, sono inaccettabili…
Questo libro evoca sensazioni contrastanti e riflessioni vibranti;
Paul Beatty è schietto, trasforma le parole in immagini forti e la sua pungente ironia è trascinante, ti cattura in un vortice di emozioni.
Triste, saggio, divertente ed esplosivo, questo è Il blues del ragazzo bianco
Paul Beatty È nato nel 1962 a Los Angeles. Ha studiato Scrittura creativa al Brooklyn College e Psicologia alla Boston University. È autore di quattro romanzi. Fazi Editore ha pubblicato Lo schiavista e Slumberland. Vive a New York.
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